di Roberta del Vaglio.
Sostenibilità e recupero senza tralasciare bellezza e creatività: il futuro è un melting pot di culture diverse, stupefacenti ma anche legate alla tradizione, tra artigianato e design all’avanguardia.
Non una fiera ma un festival, una grande celebrazione del design in tutte le sue forme, riflessioni, competenze e provocazioni. È così che si esprime il London Design Festival con un programma che fino al 22 settembre 2024 attraversa la città, divisa in quartieri-distretti, ciascuno con la sua identità creativa. Una rassegna coinvolgente che non si focalizza tanto sulle tendenze ma piuttosto sui temi, da quelli più urgenti come la sostenibilità e il recupero a quelli più speculativi come l’incanto e la bellezza.
Uno dei pilastri del festival è il Victoria&Albert Museum che accoglie nelle sue sale una serie di istallazioni per riflettere su come il design possa dare forma agli spazi privati e pubblici ma anche alle relazioni tra le persone e tra le persone e lo spazio. Ad esempio, Craft x Tech è un progetto che indaga una possibile convivenza tra artigianato e cultura digitale, promosso da Hideki Yoshimoto dello studio Tangent e curato da Maria Cristina Didero. Hanno invitato sei designer a entrare in contatto con altrettanti distretti artigianali del Giappone per creare una serie di progetti che provano ad abbattere il confine tra due mondi, quello dell’artigiano e quello del product designer, che spesso si immaginano divisi e opposti.
Artifact di Ini Archibong per il progetto Craft x Tech.
Yokan di Sabine Marcelis per il progetto Craft x Tech.
Reframing luxury è un progetto d’arredo di Modular by Mensah: la designer Kusheda Mensah ridefinisce l’idea della pelle come materiale di lusso impiegando gli scarti di produzione per realizzare sedute destinate a spazi pubblici e di interazione sociale. Il Victoria&Albert Museum ha anche chiesto a tre talenti emergenti di realizzare un progetto sul tema delle origini e tra questi è particolarmente interessante l’idea di Angela Ford che ha cercato i vari paesi d’origine confluiti nel suo DNA per poi dare forma di vaso a ciascuno di essi.
Inoltre, in un’indagine sul ruolo del design nella manifestazione del dissenso, Nick Newman di Studio Bark, in contemporanea con l’uscita del suo volume Protest Architecture, ha presentato Barricade and beacon: un esempio di come delle strutture architettoniche possano essere utilizzate per protestare in modo pacifico ma efficace.
Reframing Luxury di Modular by Mensah.
Il Progetto sulle origini di Angela Ford.
Barricade and beacon di Studio Bark.
Il festival punteggia anche altre e diverse sedi di prestigio in città. Il cortile del Chelsea College of Art ospita Vert, progetto dello studio Diez in collaborazione con OMC°C: si riflette sull’aumento delle temperature e sulla necessità di fornire alla città più zone d’ombra e più ossigeno. Vert è un prototipo per un grande traliccio a cui si aggrappano piante rampicanti a crescita veloce per creare uno spazio al fresco in cui ripararsi in estate.
Parallelamente, il sole è protagonista alla Somerset House, nell’istallazione luminosa The Sun, My Heart sponsorizzato da Bloomberg Philanthropies a cura dello studio Marjan van Aubel specializzato in progetti legati all’energia solare.
Vert di Studio Diez e OMC°C. Photo Ed Reeve.
The Sun, My Heart dello studio Marjan van Aubel. Photo Ed Reeve.
Nel frattempo, nel centro di Londra, il designer spagnolo Jaime Hayon si è “impossessato” delle vetrine della iconica e storica sala da tè Fortnum & Mason che, in occasione del festival, ospitano un excursus dei suoi progetti più significativi e un suo speciale intervento grafico sul vetro.
A proposito di vetro è interessante anche l’istallazione del brand di whisky Johnnie Walker che ha portato avanti un percorso di ricerca e sperimentazione per rendere le sue bottiglie in vetro più sottili e sostenibili: un percorso di tentativi ed errori in cui le bottiglie “sbagliate” sono state recuperate e trasformate in una suggestiva opera d’arte e design dal nome Liquid Light a cura del collettivo Marshmallow Laser Feast.
Le opere di Jaime Hayon nelle vetrine di Fortnum & Mason.
L’istallazione Liquid Light di Marshmallow Laser Feast. Photo Mel Yates.
In copertina l’istallazione Together in Battersea, nella Battersea Power Station, a cura del collettivo POoR vincitore della medaglia di Talento Emergente del Design nell’edizione 2023 del festival.