ritratto designer luke edward hall

Icone di Design – Luke Edward Hall

“Amo abbattere i confini tra ciò che viene considerato arte e ciò che comunemente si pensa sia il design o il prodotto”.

 

È geniale, creativo, irriverente. Un romantico massimalista che libera – letteralmente – il design e l’interior dal minimalismo imperante e dal pervasivo “mood Ikea” degli ultimi decenni. Vien da dire: finalmente! Si chiama Luke Edward Hall, è inglese e rappresenta la sintesi magistrale tra un collezionista, un artista, un designer e… un dandy. Nasce il 13 agosto del 1989, maggiore di quattro fratelli, in una famiglia con padre contabile e madre casalinga.

Ispirazioni, appunti, suggestioni. Dettaglio di una parete della casa di campagna a Cotswolds, nel Glouchestershire, di Luke Edward Hall.
ispirazioni appunti suggestioni designer luke edward hall

Cresce in una casa degli anni ‘80 a Basingstoke, a un’ora circa da Londra “in mezzo a un sacco di cemento, rotatorie e tangenziali. Credo che la mia sete di romanticismo sia stata alimentata dal grigio orizzonte che avevo davanti. Mi rifugiavo in camera creandomi universi un po’ estremi: pareti viola, scaffali costellati di Lego con le astronavi di Star Wars, disegni… poi un lavoretto mi portò a contatto con il National Trust, presso la sede di The Vyne. E lì mi si sono aperte le porte di un altro universo affascinante che mi ha letteralmente travolto: il passato“. Da subito emerge la sua passione per i colori, l’arte, il décor tanto da indirizzarne la formazione che lo vede entrare alla Central Saint Martin’s School, a Londra, dove si specializzerà in fashion design.

Il tavolo di lavoro di Luke Edward Hall. Dettaglio.
tavolo lavoro luke edward hall

Inizia lavorando per una nota società di abbigliamento subito dopo aver concluso gli studi. È il 2012. Qualche stage, la possibilità di lavorare con un interior designer (il suo attuale compagno di vita, Duncan Campbell) che ne intuisce il talento, fino al 2015 quando si rende autonomo aprendo il suo studio.

Ciò che rende speciale e unico questo giovane artista è l’uso spregiudicato del colore, con richiami agli ‘60 e ‘70 tra pop e post-moderno. Ma ancora più sorprende è l’innata capacità di mescolare contemporaneità e storia, ricavandone una formidabile sintesi giocosa, ottimistica e la cancellazione dei confini tra discipline. Moda, arte, design, interior sono l’una conseguenza dell’altra e viceversa.

La caffetteria. Photo courtesy Hotel Les Deux Gares.
la caffetteria luke edward hall

Questa inafferrabilità è ben rappresentata dai suoi progetti che restano volutamente “incompiuti”. Ovvero aperti a successive sovrapposizioni e mutazioni. In questo è figlio del suo tempo, tra internet, ubiquità e cambiamento. “Quando si accostano, per esempio, colori e arredi di epoche diverse non si può lavorare in fretta. C’è bisogno di osservare, modificare, provare varie soluzioni. E in ogni caso, nulla può rimanere cristallizzato. Perderebbe vita”.

La casa di campagna di Luke Edward Hall a Cotswolds, pubblicata nel libro “A Kind of Magic/ The Kaleidoscopic World of Luke Edward Hall”, Vendome Press.
interni casa campagna luke edward hall

A osservare i suoi lavori, d’impatto, vengono in mente le opere di David Hockney (non a caso ne è appassionato), ma anche di Jean Cocteau, Picasso e dello stesso Gio Ponti nell’uso di un tratto grafico fluido e aulico al tempo stesso, con cui decora le superfici di porcellane, di carte da parati o definisce le stampe dei tessuti.

Dettaglio coll.Il Viaggio di Nettuno. Ginori 1735, foto da catalogo.
dettaglio collezione il viaggio di nettuno luke edward hall

S’ispira, per la progettazione degli interni e per l’uso anticonvenzionale delle cromie con accostamenti inusuali, al grande David Hicks, ma anche a John Fowler, a Dorothy Draper, oltre a maestri del calibro di Cecil Beaton, Duncan Grant, Oliver Messel, Rex Whistler del Bloomsbury Group, capaci di spaziare in ogni ambito artistico con assoluta e naturale padronanza. Padronanza che è cifra stilistica dello stesso Luke. Un funambolo che si mette in punta d’equilibrio tra il kitsch e il bello, riuscendo nella magia di rendere impalpabile il confine tra i due mondi.

Dettagli zona relax, Hotel Les Deux Gares, Parigi. Photo courtesy Hotel Les Deux Gares.
zona relax Hotel Les Deux Gares, Parigi

Ama il collezionismo e la sua piccola casa londinese, nel vivace e alternativo quartiere di Camden, è un’esplosione di oggetti, arredi, grafiche, fotografie e dipinti delle più disparate provenienze, mescolate in una apparente casualità. Stessa compulsiva passione che si ritrova nella sua residenza rifugio in campagna a Cotswolds, nel Gloucestershire.

Dettaglio Lounge, Hotel Les Deux Gares, Parigi. Photo courtesy Hotel Les Deux Gares.
zona lounge Hotel Les Deux Gares parigi

Non sfugge poi sua la passione per i viaggi, che vive con lo spirito formativo del Grand Tour di ottocentesca memoria. E qui l’Italia e la Grecia occupano un posto centrale. Venezia, Roma ma anche Firenze, Taormina, Napoli sono luoghi del cuore dai quali attinge elementi che traspone nei suoi lavori. Ha un immaginario classico che si palesa in un gusto a cavallo tra mondano e raffinato. Il suo interesse per la mitologia è evidente ma ne dà una interpretazione moderna, dove la tradizione classica si trasforma e si riconosce in motivi stilizzati impiegati con grande disinvoltura senza mai scadere nel banale.

Il design non può essere troppo serio. Diventa noioso. Un pizzico di divertimento è necessario, un po’ di eccentricità non guasta. Tutto sta nel non esagerare. Esemplare la sua collaborazione con Ginori1735 per cui disegna e realizza i decori delle collezioni di porcellane Profumi Luchino e Il Viaggio di Nettuno.

Ginori 1735, collezione Il Viaggio di Nettuno. Foto da catalogo.
ginori ceramiche viaggio nettuno decorazione

Ma veniamo ad altri suoi lavori, che più di qualsiasi racconto, fotografano il suo mondo. Tra questi il Les Deux Gares, un hotel e bistrot con trentatré camere situato nel 10° arrondissement di Parigi. Un tuffo in un mash-up perfettamente riuscito tra effervescenza francese e distacco anglosassone.

Volevo creare un luogo ricco di colore, stratificando oggetti e pattern. Qualcosa che facesse collocare l’albergo tra un classico hotel di lusso e una sistemazione eclettica, libera e ironica”. Non da meno l’ardita miscellanea di texture, colori, arredi dal sapore mitteleuropeo (ma non troppo) riservata al prestigioso Kulm Hotel a Saint Moritz.

A sinistra, Lorenzo Rubelli, collezione Parade “Diana ed Eros”, carta da parati. Foto da catalogo; a destra, Lorenzo Rubelli, collezione Return to Arcadia, tessuti d’arredo. Foto da catalogo.
carta parati e tessuto arredo luke edward hall

Ha collaborato con diverse aziende e istituzioni, tra cui Burberry, Lavin, Christie’s, la Royal Academy of Arts, Svenskt Tenn, Diptyque, Habitat e V&A. E dal 2022 guida Chateau Orlando, il suo brand di abbigliamento e articoli per la casa.

Come artista, Luke espone le sue opere a Londra e collabora da giornalista con diversi magazine internazionali, tra cui Cabana, House & Garden, Pleasure Garden e dal 2019 è editorialista per il Financial Times. Che dire, infine, delle sue collezioni di tessuti e parati disegnate per la veneziana manifattura Lorenzo Rubelli? Sfogliate i cataloghi di Return to Arcadia e Parade. Il sogno è servito.

Lorenzo Rubelli, collezione Return to Arcadia, Tessuti d’arredo/Jaquard Wobble Grid. Foto da catalogo.
tessuti arredo poltrone

In copertina, Luke Edward Hall. Immagine dal catalogo Return to Arcadia, Lorenzo Rubelli.

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