di Federica Capoduri.
La passione per il dettaglio e l’artigianalità tipica delle lavorazioni antiche, unite alla ricerca stilistica di un design senza tempo: trait d’union di una missione poetica e progettuale votata a uno stile distintivo.
L’essenza dei loro progetti di illuminazione è vanitosa e attenta a non farsi cucire addosso nessuna etichetta stilistica: grafica, design e moda si fondono e Alessandro Poli, CEO ed Art Director di Servomuto – studio di design fondato a Milano nel 2010 – ce ne racconta, in quest’intervista, il particolare intreccio.
Alessandro Poli con il logo creato per Servomuto, foto di Guido Barbagelata.
Già dal nome e dal logo (un’enigmatica maschera senza bocca), s’intuisce la voglia di giocare attraverso simboli e significati. Raccontaci queste scelte.
Il logo Servomuto nasce dal mio background di graphic designer, dalla voglia di giocare con la doppia valenza del significato di alcune parole e con il crash estetico che si genera quando la raffigurazione di una parola non coincide con l’immagine di essa abitualmente in uso nel parlato. Il servomuto (per antonomasia) è quell’oggetto che è stato molto presente nelle case dei nostri nonni, quello su cui si appoggiavano i pantaloni e la camicia ma “servo-muto” è anche un’immagine che rievoca qualcosa più legata al punk e all’hardcore.
Dal gioco di parole è nata, quindi, una maschera sado-maso che ben contrasta con il mondo romantico e vezzoso del paralume. Già dal nome e dal logo, infatti, si può evincere come i contrasti, il divertimento e, a volte, anche il caos siano elementi che fanno parte del nostro DNA e che garantiscono, incessantemente, fonte d’ispirazione, rinnovamento, capacità di generare nuovi codici.
Collezione Flag, nella versione da parete. I colori primari utilizzati per i paralumi in cotone ricordano le bandiere segnaletiche, e i dettagli plissettati creano un elegante motivo grafico.
Cosa ti stimola e affascina oggi?
La ricerca continua, la voglia di creare oggetti che non siano facilmente collocabili in un’epoca ma che possano rispecchiare più periodi storici, contenendo codici molteplici, il fatto che i nostri prodotti siano “senza tempo” mi affascina molto e nutre la mia creatività.
E rispetto al passato?
Credo che ci sia una sorta di continuità oltre che di naturale evoluzione in quello che si fa dall’inizio.
Collezione Aperitivo, ispirata alle atmosfere dei bar italiani degli anni Trenta, nei quali si beveva Campari circondati dalle grafiche di Depero. Abbellita dalla pregiata stoffa Hermès con stampa geometrica “Perspective Cavaliere Bayadere”, oppure dal tessuto jacquard DEDAR “Babelia”.
Particolare dei tessuti lavorati nella collezione Giardino.
Quali sono i punti di riferimento per progettare, e quali valori – o responsabilità – deve contenere il progetto?
Da sempre Servomuto ha un approccio Haute couture al design: un design più autoriale, dove si dà importanza alle idee, ai materiali, al tempo e al cliente finale, un design consapevole e sostenibile, concetti importantissimi in questo momento, tramite il quale si evitano sprechi di materie prime e si ottimizzano le risorse. Un design che cerca di restituire un’anima ai prodotti, che oltre ad essere utili e funzionali devono, assolutamente, garantire durabilità nel tempo da un punto di vista pratico ma anche estetico: essere poco soggetti alle mode del momento e tentare di divenire da subito “iconici”.
A sinistra, collezione Easy, le sospensioni Roof; a destra, le piantante Floor, caratterizzate da forme lineari con particolari accostamenti di colore.
A sinistra, l’applique in rattan Bikini; a destra, Portofino, collezione di ‘ombrelloni’ che diffondono la luce.
I vostri paralumi, che richiamano forme vintage ma sono rivisti con tocchi attuali attraverso colori e texture, intrecciano tessuti tramite gesti ricercatamente manuali. Perché conta così tanto l’artigianalità italiana per Servomuto?
Sin dalle origini tutti i nostri prodotti sono progettati nei minimi dettagli e realizzati a mano, uno ad uno, da abili artigiani italiani con i migliori materiali e tecniche al fine di risultare di alta qualità, capaci di durare nel tempo; per questo motivo sempre unici ed esclusivi. Dopo aver vissuto un’epoca volta alla globalizzazione, credo che il futuro sia nella microeconomia, nella conoscenza e nel tramandare antichi mestieri, che riescono ancora a garantire una qualità che nessuna macchina è in grado di produrre, nel grande valore dell’imperfezione frutto del lavoro umano che riesce a generare unicità, irripetibilità, intimità e riempire la casa di calore domestico.
Per tutto quello appena detto, la produzione di ogni lampada Servomuto avviene con i metodi, la meticolosità nei dettagli e le finiture tipici della tradizione dell’alta artigianalità italiana, con la precisione e la cura che denotano la qualità dei prodotti interamente Made in Italy, marchio di cui ci pregiamo.
A sinistra, Guinea Wall; a destra, la collezione Haute Coutureche rende omaggio allo spirito visionario dell’alta moda parigina.
Il ventaglio dell’applique Guinea.
Ogni singolo elemento è realizzato artigianalmente?
Certo; dalle strutture in ferro dei paralumi curvate a mano fino ai plissé e alle finiture sapientemente applicate da sarte esperte. Servomuto fa suo il peculiare vanto della lavorazione e produzione “su misura” che deliberatamente contrasta con la meccanizzazione dell’industria manifatturiera di larga scala.
Quali vantaggi?
Questa scelta permette di sviluppare anche prodotti fuori catalogo che possano rispondere alle esigenze specifiche dei clienti attraverso uno speciale servizio “custom-made”.
Collezione Venus, realizzata in collaborazione con la designer Serena Confalonieri (nella foto con Alessandro Poli), ed esposta in Alcova Milano durante il Fuorisalone 2022. Photo Serena Eller Vainicher.
Le collezioni Venus – in collaborazione con Serena Confalonieri – e Segni – con illustrazioni fatte a mano da Antonio Marras – indicano anche la propensione alla condivisione del progetto. Come hanno preso vita questi contributi?
Credo che la forza del design sia anche quella della condivisione, della ricerca di equilibri, contaminazioni, scambi di idee. Esiste, sempre, la vicinanza del sentire, da questo nascono collaborazioni, progetti, unicità. Serena è un’amica e una designer che riscontra il mio grande rispetto, il suo approccio al design e al prodotto, sempre misurato nelle linee e con un forte impatto cromatico, ha una forte assonanza con il DNA Servomuto da sempre caratterizzato dalla capacità di affiancare alla parte illuminotecnica anche un’importante valenza decorativa e una forte ironia creativa.
Le sospensioni Venus sono liberamente ispirate alle sinuosità e alle curve del corpo femminile. Proprio come accade per il corpo umano, il tessuto è immaginato come un abito da indossare e cambiare a piacimento, vestendo e svestendo le forme in un gioco di seduzione. La collaborazione con Antonio Marras, invece, nasce dall’affetto e dalla stima reciproca; una conoscenza di lunga data. Segni unisce la passione per il dettaglio e per l’artigianalità delle lavorazioni antiche alla poesia, il romanticismo e il tratto distintivo delle chine del noto designer sardo.
Segni, collezione limited edition realizzata in collaborazione con il designer Antonio Marras che ha realizzato i disegni a inchiostro. Foto allestimento (nello spazio NonostanteMarras a Milano) di Guido Barbagelata.
Quali sono le tendenze del momento in tema di decorazione?
Molte realtà stanno riscoprendo il valore e il potenziale del territorio e dell’economia locale e della cooperazione con artigiani d’eccellenza. Così come il valore delle materie prime offerte dal proprio territorio. Non una vera e propria tendenza di stile, quindi, ma un design più etico e responsabile per quello che può essere possibile; una tendenza sociale e non un canone estetico, visto e considerato che ormai lo stile è molto contaminato e sempre più personale sia nel design che nel costume.
Circus Chandelier, con dettaglio sui tessuti lavorati, prende ispirazione dai lampadari bohémien dei palazzi nobiliari e delle case di lusso del XVIII secolo.
Cosa significa “casa” e quali sono i tuoi oggetti imprescindibili, quelli ai quali non puoi rinunciare?
Casa è il luogo in cui ci si possa sentire a proprio agio; quindi, una cosa molto personale, si tratta di un sentimento. Per esempio, la “mia” casa è un accumulo di oggetti provenienti dal passato, il recupero e il fatto di poter possedere oggetti pieni di storia mi ha sempre affascinato. Al momento ho una sorta di ossessione/innamoramento per le ceramiche degli anni ’70 che hanno riempito ogni piccolo spazio della mia casa. Senza di esse non sarei in grado di riconoscermici.
In copertina, la collezione di lampade Venus realizzata in collaborazione tra Serena Confalonieri e Servomuto. Foto di Serena Eller Vainicher.