Tra i designer attivi verso la fine degli Cinquanta uno di quelli meno noti, purtroppo, è Pierre Paulin, nonostante abbia saputo innovare e sperimentare l’utilizzo di materiali e tecniche decisamente all’avanguardia per quegli anni. Nato a Parigi il 9 luglio 1927, si forma prima come ceramista e poi come scultore: fu proprio la sua innata capacità di plasmare differenti forme e materiali a diventare il minimo comune denominatore dei suoi pezzi.
Il suo stile essenziale e raffinato è il frutto di una sintesi perfetta fra diverse correnti – modernismo, razionalismo tedesco e design scandinavo – e l’influenza del lavoro dei suoi contemporanei, primi fra tutti i coniugi Eames. La sua fama è riconducibile principalmente alla proficua collaborazione, durata quasi 50 anni, con l’azienda olandese Artifort, per la quale disegna diverse leggendarie sedute divenute vere e proprie icone esposte nei più importanti musei internazionali.
Poltrona Tongue, 1967, Artifort
Poltrona Groovy, 1970-1979, Artifort
Nel 1954 avvia la collaborazione con Thonet e progetta la scrivania CM141, rieditata e ribattezzata Tanis, a partire dal 2008, dall’azienda francese Ligne Roset. Il design originale dalle linee severe ed estremamente essenziali è stato rispettato mentre le finiture rivisitate e rese più attuali, come il noce e il Corian.
Scrivania Tanis, 1954, rieditata da Ligne Roset nel 2009
Dalle differenti sedute per Artifort traspare l’importanza che il designer ha dato ad ergonomia e cura del dettaglio, considerati elementi fondamentali e imprescindibili per una buona uscita del progetto. Al centro della progettazione non vi è la forma fine a sé stessa bensì il design applicato alla funzionalità, concentrandosi sul comfort come punto di partenza.
Orange Slice, 1960, Artifort. Costituita da due scocche identiche, la poltroncina disegnata per Artifort invita chiunque ad accomodarsi come se ci si trovasse all’interno di un fiore a due petali. Disponibile in diverse tonalità e in svariati tessuti stampati, ha un fascino e una pulizia formale senza tempo. (credits Artifort)
Ribbon chair, 1966, Artifort. Progettata nel 1965 e uscita sul mercato l’anno seguente, la Ribbon Chair è uno dei complementi d’arredo più venduti del design modernista. Le linee sinuose e femminili richiamano alla mente l’immagine di un nastro ripiegato e a prima vista sembra quasi una scultura. (credits Hivemodern)
Negli anni ’70 a Pierre Paulin viene commissionato l’arredo degli appartamenti privati del presidente George Pompidou al Palazzo dell’Eliseo. Tra gli arredi appositamente disegnati si ricorda la serie Pumpkin – composta da poltrona, poggiapiedi e divano – ideata nel 1971 e riproposta da Lignet Roset nel 2009. Gli imbottiti hanno delle linee estremamente contemporanee e le loro forme generose, dichiaratamente di ispirazione organica, si adattano perfettamente al corpo.
Collezione Pumpkin, Lignet Roset, 2009. (credits Lignet Roset) (credits Archiexpo)
Anche la libreria Elysée fu concepita inizialmente per la residenza del presidente e poi riproposta da Magis nel 2009. Una sorta di castello di carte dove la struttura modulare in legno curvato si adatta ad ogni ambiente della casa e lascia all’utente una estrema libertà compositiva.
Libreria Elysée, 2009, Magis
Libreria Elysée, 2009, Magis
Uno degli ultimi progetti è la poltroncina Flower disegnata nel 2009 per Magis. Pur avendo un rimando vagamente retrò, le linee sono moderne e minimaliste, con una struttura realizzata in policarbonato trasparente decorata a righe verticali. Pensata per l’outdoor ma perfetta per l’indoor, anche in questo caso Paulin esprime il suo interesse per le innovazioni tecnologiche, realizzando uno dei primi oggetti d’arredo di così grandi dimensioni stampato ad iniezione in un pezzo unico.
Poltroncina Flower, 2009, Magis. (credits Architonic)