È un raffinato gioco di equilibri, fatto di rispetto reciproco e una piccola dose di buona educazione: il vero dettaglio che fa la differenza.
Vivere insieme a un’altra persona ha, inequivocabilmente, i suoi alti e bassi. Accade nelle coppie, tra gli amici o con i coinquilini. La natura del rapporto personale esula dalle regole base di una convivenza, fatte da una parte dalla buona educazione, dall’altra da un ipotetico “buon senso” che dovrebbe albergare in ognuno.
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Spesso, infatti, le norme di gentilezza più basilari del vivere insieme non sono tanto il risultato di una rigida etichetta, quanto la più semplice presa di coscienza che c’è “qualcun altro” in casa. Una piccola verità che ne sottintende un’altra molto più grande: non si è al servizio dell’altro, non si convive con una persona al nostro servizio.
Purtroppo, alcune dinamiche di retaggio antico sono più vive nella realtà dei fatti che nell’educazione più aggiornata. È tempo di abbandonare comportamenti automatici e obsoleti che non scalfiscono nessuna legge sacra del bon ton.
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Non esistono ruoli ma collaborazione reciproca
Al di là del rapporto personale con il proprio convivente, ci si dovrebbe semplicemente dividere i compiti per la casa. In questo caso, la predisposizione verso una cosa, piuttosto che un’altra, viene in aiuto.
- Pulizie
- Cucina
- Spese di gestione
- Regole di convivenza
Il segreto è parlare una lingua comune e democratica, suggerita dal bon ton, dove il rispetto verso l’altro è la base di tutto. Il motto è semplicissimo: una volta tocca a me, una volta a te. Basta gettare piccole regole di convivenza e dichiarare quali siano i limiti da non superare.
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La troppa confidenza fa perdere la riverenza
Capita spesso che la confidenza faccia perdere quelle piccole attenzioni che invece sono alla base del rispetto reciproco. La famosa frase “lascia le cose come vorresti trovarle” è antica come il mondo e sottolinea come basti, in realtà, solo venirsi incontro a vicenda. Gli spazi privati sono importanti, così come la privacy personale, soprattutto dopo l’esperienza di lockdown e smart working condivisi.
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Ordine in casa
È il primo fattore di eventuali scricchiolii in una convivenza. Non si riduce ovviamente all’allineare i libri sulle mensole, ma abbraccia fattori per molti scontati, per altri meno.
- Vestiti: non si lasciano in giro, in terra e sulle sedie
- Biancheria sporca: ha una cesta apposita
- Scarpe: in casa si tolgono
- Bagno: si lascia pulito dopo il proprio passaggio
- Bicchieri e bottiglie: ritornano sempre in cucina e, se sporche, messe in lavastoviglie
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Il famoso “buonsenso” e la gentilezza
Il buon senso è il primo dispensatore di ottimi consigli legati al bon ton. La gentilezza reciproca è un ingrediente fondamentale per la convivenza, così come la sensibilità di capire quando c’è una cosa da fare e va fatta, senza aspettare che ci pensino gli altri:
- Portare giù i rifiuti
- Passare la polvere
- Pulire quando si vede sporco
- Organizzare il bucato e la lavatrice
Non è una gara a chi fa di più, non è una guerra dei sessi o delle personalità. È vivere bene, insieme, nella condivisione degli stessi spazi e delle medesime cose.
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In copertina, photo by Soroush Karimi. Immagini Unsplash