di Stefania Fanchini – architetto paesaggista – stefaniafanchini.it
Forse l’unica soluzione possibile, se proprio si desidera respirare un’aria priva di agenti inquinanti, è quella di costruire e vivere un cottage in alta montagna. Ma anche a quote elevate, la nostra casa non sarebbe del tutto esente da qualche forma di fattore non salutare perché l’aria che si respira in casa non è mai del tutto pulita, neppure nei luoghi che sembrano più ameni!
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Quella dei nostri appartamenti, se situati in grandi città o comunque in zone critiche per il traffico congestionato, risulta particolarmente pesante. Mobili, tessuti, materiali da costruzione e prodotti di pulizia per la casa ce la mettono tutta per rendere l’atmosfera domestica poco respirabile. E la lista non si esaurisce qui: esiste una categoria di inquinanti biologici, costituiti da virus, batteri, muffe, acari spesso derivati da impianti di condizionamento/riscaldamento non adeguatamente puliti e sanificati che, difficilmente individuabili, rappresentano un pericolo ancora maggiore per la nostra salute. Come possiamo difenderci?
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La prima regola è areare spesso i locali della propria abitazione, tenendo una temperatura adeguata e un giusto grado di umidità: il ricambio di aria contribuisce a disperdere gli inquinanti eventualmente presenti, ma anche a riequilibrare la temperatura e l’umidità interne. La seconda è ricordarsi di effettuare una manutenzione regolare di caldaie e impianti di riscaldamento o refrigerazione, oltre evitare di fumare in locali chiusi e utilizzare il più possibile prodotti naturali per la pulizia della casa. E le piante? Possono essere utili contro l’inquinamento domestico?
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Le proprietà disinquinanti delle piante sono state scoperte dalla Nasa più di vent’anni fa, nel tentativo di ricreare un ambiente ideale per gli astronauti in missione. Da quel momento, si è intensificata la sperimentazione a tutti i livelli e il biorisanamento (phytoremediation) è diventata una realtà, una tecnologia di bonifica ambientale a grande scala di straordinaria importanza, basata sulla capacità di determinati microrganismi di biodegradare o detossificare sostanze inquinanti.
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Nel nostro piccolo ambiente domestico oltre a rallegrarci, le piante possono rappresentare un benessere effettivo, migliorando la qualità dell’aria attraverso la fotosintesi clorofilliana (assorbono anidride carbonica, rilasciano ossigeno) e intrappolando sulla superficie delle foglie sostanze inquinanti nocive per la salute umana.
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Le piante in grado di neutralizzare le sostanze inquinanti volatili sono numerose. Sfatiamo subito la credenza comune che non è salutare averle in camera da letto: la quantità di anidride carbonica è davvero minima e non impatta sulla presenza umana. Per i più timorosi, esistono comunque piante dalla sintesi clorofilliana inversa (come le crassulacee e le catcacee) che di notte producono ossigeno.
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Vediamo ora le principali piante ‘mangia veleni’.
In un ambiente caldo umido come il bagno si possono inserire piante tropicali più o meno grandi e orchidee per ridurre gli effetti nocivi dei detersivi; in ambienti molto riscaldati e secchi è consigliabile la Sanseveria o “Pianta della Nonna”, facile da mantenere e interessante se inserita per esempio in un contenitore originale o in grandi gruppi.
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In salotto sono molto efficaci nell’assorbimento di benzene e formaldeide la Kenzia, le piante di Aloe, l’Edera, tutte le meravigliose varietà di Filodendro, Dracena e Ficus. Nelle nuove abitazioni dove l’odore di pittura e solventi è ancora molto avvertibile funzionano bene la felce di Boston (soprattutto in versione sospesa) e la Dieffenbachia. Particolarmente utili contro l’inquinamento elettromagnetico (computer, stampanti, cellulari, wifi etc.) la Tillandsia che in natura vive aggrappata ai tronchi di altri alberi in prossimità di cavi elettrici e il Cereus peruvianus, purché in posizioni molto luminose e riparate.
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Nell’ambiente cucina invece non dimenticate di mettere il Clorofito, magari appeso in un cestello, perché è ‘affamato’ di ossido di carbonio e l’immancabile Pothos Aureo, un vero e proprio ‘spazzino’ dello smog.
Ultima avvertenza. Mantenete ben pulite le foglie con un semplice panno imbevuto di acqua perché lo sporco impedisce la fitorespirazione, pregiudicando la funzione depuratrice della pianta. Buona scelta.
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