di Roberta del Vaglio.
Una fiera dal ritmo sostenibile: il numero di espositori è contenuto e ci si può concedere il lusso di fermarsi con loro e farsi raccontare idee e progetti.
La terza edizione di Edit Napoli, appena conclusa, ha accolto una selezione di circa ottanta designer provenienti da varie parti del mondo. Il programma consente di girovagare anche tra le belle mostre collaterali, raccolte sotto il cappello di Edit Cult. Il design proposto è una finestra sulla ricerca, sull’innovazione formale e materiale. Un design sorprendente, che invita a lasciarsi andare e sperimentare. Arredi, luci, accessori ma anche tessuti e materiali per re-immaginare il proprio spazio.
Collezione di lampade a sospensione Juliet di Studio Kalff, ph. Serena Eller – studiokalff.com
Il crossover di artigianato e design è uno dei motivi ricorrenti tra i progetti esposti a Edit Napoli. Ed è senz’altro il cuore della collezione Juliet della designer olandese Roos Kalff. Lampade a sospensione create assemblando a mano elementi in vetro, in parte vintage e in parte contemporanei, soffiati a bocca. Ciascuna composizione è unica e il risultato è evocativo del passato ma con un accento contemporaneo.
Collezione Amalgam di George Geara, ph. Serena Eller – georgegeara.com
Libanese, con studio a Beirut, George Geara ricerca il meglio dell’artigianato del suo territorio per poi tradurlo nel linguaggio del design contemporaneo. Amalgam è una delle sue ultime collezioni in cui la lavorazione tradizionale del legno è messa al servizio di un approccio formale e cromatico molto attuale.
Rivestimento parete Macramé di Monogramma per Cimento®, ph. Serena Eller – cimento.tech
Lo studio Monogramma ha proposto un nuovo approccio alle superfici con la collezione Macramé, disegnata per l’azienda Cimento®. Si tratta di un rivestimento a pannelli sottili in Cimento®, un composto di 90% aggregati minerali mescolati a un legante cementizio con eleganti frange tessili orizzontali, ottenute dalle cimose di scarto delle stoffe di Rubelli. Le pareti assumono una consistenza tutta nuova e l’effetto decorativo è molto interessante.
La sezione Seminario di Edit Napoli, dedicata ai designer emergenti e in dettaglio i tappeti di Caterina Forgia ph. Serena Eller
Uno degli spazi da esplorare di Edit Napoli è Seminario, vetrina per una densa selezione di designer emergenti. Tra i più interessanti di questa edizione c’è Caterina Frongia: figlia di tessitrice, declina in chiave contemporanea la tradizione della tessitura dei tappeti sardi trasformandoli in diari emotivi dal forte impatto decorativo.
Lidewij Edelkoort e Charlotte Grün curatrici della mostra Antologia del grafico Anthon Beeke, ph. di Francesco Squeglia
Edit Cult è il programma di mostre collaterali, sempre ospitate in location storiche di grande bellezza. Lidewij Edelkoort e Charlotte Grün hanno ricostruito, nella sala principale dell’Archivio di Stato, una biblioteca ideale con alcuni dei volumi ereditati da Edelkoort, appartenuti al suo partner e grafico Anthon Beeke. Il visitatore è invitato a sfogliare i libri, scovare appunti, disegni e segnalibri lasciati da Beeke e leggerli attraverso il suo sguardo.
Collezione Hybrida di Patricia Urquiola in collaborazione con Istituto Caselli – Real Fabbrica di Capodimonte ph. Alessandra Mustilli
Patricia Urquiola ha creato una serie di prototipi di centro tavola realizzati in collaborazione con il napoletano Istituto Caselli – tecnico con indirizzo ceramica e porcellana. I prototipi sono stati poi battuti all’asta da Christie’s e il ricavato devoluto al recupero del giardino della scuola. Alcuni di essi, saranno prodotti con il marchio Made in Edit. Proprio il giardino e il parco botanico della reggia di Capodimonte sono l’ispirazione per questa collezione di elementi che richiama la tradizione settecentesca del “giardino in tavola”.
Lampade di Stéphanie Moussallem presentate alla Fondazione Made in Cloister ph. di Francesco Squeglia
L’antico lanificio di Porta Capuana, sede della Fondazione Made in Cloister, ha ospitato le lampade progettate dalla designer libanese Stéphanie Moussallem e realizzate da artigiani napoletani con corallo, vetro cattedrale, tessuti, seta e legno intagliato. Luci-totem caleidoscopiche e di grande bellezza.
Mostra Chest’è di Federico Pepe a cura di Federica Sala al Museo Filangieri di Napoli
La casa museo del Principe Filangieri ha ospitato le creazioni di Federico Pepe nella mostra Chest’è, tra grafica, arte e design. Sedute, quadri, sculture e anche una bicicletta: colori pop che in modo sorprendente dialogano senza stridere con le ceramiche di Capodimonte, il pavimento maiolicato e i quadri seicenteschi esposti nell’antica dimora.
In copertina, espositori di Edit Napoli nella sala del capitolo del complesso monumentale di San Domenico Maggiore. A sinistra House of ITA, a destra Golden Editions