Il pavimento influenza moltissimo la resa estetica di un interno. Tra quelli più antichi e desiderati – ma comunicati in modo inesatto – c’è sicuramente il pavimento in legno meglio conosciuto come parquet.
Rispetto a qualche anno fa il parquet ha infatti molti più pregi che difetti: risulta essere un materiale caldo e accogliente, presenta una superficie uniforme (addio, fughe, addio!), è un ottimo isolante acustico e termico (sì, può essere montato anche se si ha il riscaldamento radiante a pavimento) e oggi risulta essere di più facile manutenzione. Ma è un materiale naturale, vivo, che cambia, invecchia e interagisce con l’ambiente che lo circonda e proprio per questo motivo può subire delle variazioni nel corso del tempo.
Dobbiamo quindi mettere in conto disomogeneità nelle finiture, piccoli danni come graffi e considerare piuttosto ogni piccola ammaccatura con affetto. Insomma, il parquet o lo si ama o lo si odia. Andiamo a conoscerlo meglio.
Quanti tipi di parquet esistono
Esistono due tipologie di parquet: il parquet in legno massello e il parquet prefinito.
– Il pavimento in legno massello detto anche in legno massiccio è costituito per tutto lo spessore da essenza legnosa. Proprio per questo motivo può essere levigato tutte le volte che si vuole. La posa richiede più tempo e il trattamento superficiale, ovvero la verniciatura, viene realizzata sul posto dopo il montaggio, quindi rispetto al parquet prefinito prevede tempistiche più lunghe. In generale è più costoso e considerato un prodotto di alta qualità.
– Il pavimento in legno prefinito è composto da diversi strati di legno dove quello “nobile” è quello che vediamo. In base allo spessore di questo strato “nobile” (dai 2,5 ai 4 mm) avremo un prefinito più o meno pregiato e anche più o meno costoso. È detto anche parquet multistrato in quanto sotto a questo strato nobile troviamo dei legni più poveri come l’abete o la betulla. È un prodotto industriale che viene verniciato durante la produzione e per questo motivo non può essere levigato tutte le volte che si vuole in quanto si andrebbe a perdere la finitura superficiale. La posa è molto rapida e può essere effettuata in due modi: flottante con materassino oppure mediante incollaggio. Può essere incollato anche su pavimenti esistenti quando c’è la necessità di fare ristrutturazioni veloci.
Quali essenze sono migliori?
In realtà è possibile realizzare un parquet con qualsiasi essenza legnosa esistente, ma ce ne sono alcune più indicate per le proprie caratteristiche e proprietà fisiche
Rovere
È adatto a tutti gli ambienti (anche cucina e bagno), risulta essere il più versatile tra i parquet in quanto è possibile averlo in infinite finiture e colorazioni adattandosi quindi ai più disparati stili d’arredamento.
Larice
È la versione leggermente più economica del parquet in rovere. Anche questo è possibile averlo in infinite finiture dato che risponde bene ai trattamenti superficiali.
Teak
È l’essenza più adatta per l’esterno (molto utilizzata anche dall’industria nautica) grazie alla sua enorme resistenza ad agenti atmosferici e agli sbalzi di temperatura quindi ideale per bordi piscina, docce ma anche bagni e locali di servizio.
Iroko
È la versione più economica del Teak in quanto presenta le stesse caratteristiche di resistenza a sbalzi di temperatura e umidità ma risulta essere meno pregiato. È caratterizzato da un colore giallo-bruno.
Noce
È tra i legni più pregiati e per questo il suo prezzo è molto elevato. Inconfondibile per le sue evidenti venature che virano dal bruno al nero.
Olmo
Esiste in due varianti: olmo europeo (più pregiato e difficile da reperire) e olmo americano (più commerciale). È caratterizzato da una colorazione chiara che con il tempo tende a prendere sfumature grigiastre e si classifica in una fascia di prezzo medio-alta.
Pino o Abete
È un legno economico, caratterizzato da un colore chiaro e dalla presenza di molti nodi (che corrispondono ai rami vivi tagliati in fase di raccolta) e venature molto profonde che a lungo andare potrebbero aprirsi in delle spaccature. Adatto ad ambienti e spazi più rustici.
Doussiè
È un legno proveniente dalle foreste dell’Africa centrale e occidentale, la sua colorazione va dal giallo-bruno al rossastro e presenta un ottimo rapporto qualità-prezzo. Era di gran moda nei decenni scorsi.
Wengè
È una delle essenze legnose più dure, resistente e compatte. La sua scarsa reperibilità lo classificano tra i legni più pregiati quindi più costosi. È caratterizzato da una colorazione molto scura ed elegante.
Come si posa il parquet?
Non c’è una regola precisa. Il primo elemento da valutare è il gusto personale e poi la dimensione degli ambienti in cui il parquet andrà montato. Cosa fondamentale è che la posa venga effettuata da un parquettista qualificato.
Schemi di posa più comuni
Posa a tolda di nave: quando le tavole sono disposte parallelamente e i giunti sul lato corto sfalsati. Viene detta anche posa a correre dritta o diagonali; le assi di diversa lunghezza servono a dare più movimento e dinamicità.
Posa a cassero regolare con i giunti corti allineati
Posa dritta accostata
Posa a spina italiana o a spina di pesce: i singoli elementi hanno tutti la stessa dimensione e sono tagliati a 90° in modo che la testa di ognuno combaci con il fianco dell’altro.
Posa a spina francese o ungherese: gli elementi sono tagliati a 45 o 60 gradi. È tra le pose più costose in quanto richiede molta precisione e manualità. Inoltre presenta molto scarto da considerare in fase di calcolo della metratura da ricoprire.
Posa a quadri o a quadrotti ad effetto scacchiera
Posa geometrica: Treccia By Alma By Giorio.
Posa innovativa: Patricia Urquiola firma per Listone Giordano la collezione Biscuit, incentrata sulla ritrovata vocazione decorativa del parquet e dal tratto morbido e femminile che richiama le composizioni tessili.
Photo credits – Archiproducts