Nozioni di base per un progetto integrato: principi di illuminotecnica
Illuminare casa pare semplice, ma non è così scontato. Troppo spesso mentre ci occupiamo di selezionare il rivestimento da posare in cucina o in bagno, di scegliere la tinta più trendy per le pareti del soggiorno o la carta da parati per la stanza da letto, ci dimentichiamo di pensare alla luce che illuminerà le nostre attività quotidiane.
Pensiamo sia sufficiente posizionare una lampada a sospensione, qualche applique, un paio di faretti, una lampada da tavolo, e questione risolta. Non funziona così. La luce, sia essa naturale o artificiale, riveste un ruolo fondamentale sulla percezione degli spazi e sul benessere fisico.
Conoscerne i ‘segreti’ e il modo tecnicamente corretto per sceglierla sulla base del suo utilizzo consente di ottenere risultati esteticamente appaganti nel rispetto, anche, della salute dei nostri occhi. Per questa ragione La Casa in Ordine ha deciso di proporre una serie di articoli guida sull’argomento, partendo dai concetti base.
Il tutto utilizzando un linguaggio semplice e di immediata comprensione. Pronti?
Lampada North by Vibia
I parametri della luce
Ci sono quattro unità di misura che identificano la luce in termini di ‘quantità’, cioè indicano se la lampada scelta darà luce a sufficienza rispetto all’uso cui è destinata.
In sintesi:
– Il flusso luminoso, che è la quantità di luce che emette una sorgente in ogni direzione e si misura in lumen. E’ assimilabile al concetto di potenza per cui una lampadina da 100 lumen farà più luce di una da 50.
– L’intensità luminosa che si riferisce al flusso luminoso calcolato in una direzione precisa (che dipende in buona parte dagli elementi che guidano la luce) e si misura in candele. E’, a titolo di esempio, l’effetto determinato dall’uso di un faretto.
– L’illuminamento che misura la quantità di luce che incide su una superficie, a una determinata distanza dalla sorgente e si misura il lux. In pratica, semplificando, se intendiamo illuminare un tavolo da pranzo sarà importante scegliere una sorgente luminosa adeguata, posizionandola a una giusta distanza dalla superficie da illuminare.
– La luminanza che descrive l’impressione di luminosità che danno sia le sorgenti luminose che le superfici. E’ la grandezza fotometrica percepita dagli occhi.
La tonalità della luce
Quante volte proviamo fastidio entrando in una stanza illuminata da sorgenti ‘fredde’? Quanto, invece, troviamo piacevole e intima una stanza illuminata con sorgenti a luce ‘calda’?
In queste due semplici domande rientra il discorso legato alla tonalità delle fonti luminose e agli effetti ambientali che ne derivano. Strettamente legata alla tonalità della luce è la resa cromatica, ovvero la fedeltà del colore dell’oggetto illuminato rispetto alla sorgente luminosa impiegata.
La tonalità si misura in base alla temperatura colore. In pratica la luce visibile, si muove su uno spettro di onde elettromagnetiche tra circa i 790 (area dell’infrarosso) e i 435 (area dell’ultravioletto) THz di frequenza.Tutte le lunghezze d’onda dello spettro elettromagnetico, a partire dalla luce visibile sono fonte di calore. Da qui la misurazione della tonalità della luce come calore. L’unità di misura sono i gradi Kelvin.
Acquistando una lampadina possiamo, già dai dati riportati sulla confezione capire se stiamo portando a casa una luce calda (fino a circa 3000k), una luce neutra (tra i 3000 e i 5500 k) o una luce fredda (oltre i 5500 k).
La resa cromatica
La scala di affidabilità parte da 1 fino a 100 di percentuale. In sostanza se la resa è del 100% siamo al top di fedeltà cromatica (corrispondente alla luce solare a mezzogiorno). In commercio le migliori lampade per resa cromatica sono quelle a LED che arrivano al 95%.
Quali sono le lampadine in commercio e quali le loro caratteristiche? Com’è fatta una lampada? Seguiteci, a breve pubblicheremo un articolo dedicato proprio a questi argomenti.