Lavora il vetro e la ceramica, è innamorata dei paesaggi e ha una competenza nelle tecniche di lavorazione tale da permetterle di transitare da un materiale all’altro sperimentando di continuo e raggiungendo risultati inaspettati. Celia Dowson è laureata al Royal College of Art e nel suo laboratorio di Londra indaga i misteri del mondo naturale forgiando la terra per ricavarne vasi e lavorando il vetro per ottenere oggetti luminosi. L’abbiamo intervistata per farci raccontare il senso del suo lavoro, che ha come obiettivo primario la realizzazione di creazioni dall’alto valore estetico che allo stesso tempo riescano a catturare un’idea e un momento e a suscitare ricordi ed emozioni.
Seascape Vessels di Celia Dowson, ph. Sylvain Deleu
Rhossilli Glass di Celia Dowson, ph. Alick Cotterill
Le tue opere nascono da una profonda relazione con la natura. A quali paesaggi ispiri?
Le serie Seascape Vessel, in ceramica, e Rhossili, in vetro, sono state profondamente ispirate da Rhossili Bay, nella penisola di Gower in Galles. La mia famiglia infatti vive lì e mentre stavo sviluppando questi lavori trascorrevo molto tempo a camminare, a scrivere e ad ammirare la natura intorno a me. Il paesaggio è selvaggio e vasto, c’è un enorme spostamento delle maree e i colori del mare, del cielo e della terra sono meravigliosi, in costante cambiamento a seconda della luce.
Sono questi gli elementi che mi hanno davvero attratto. Ho allora scoperto di essere in grado di esprimere al meglio la turbolenza del mare e del cielo nella porcellana bianca e nera, mentre i colori sempre mutevoli del paesaggio si sono concretizzati attraverso il vetro.
Uso spessori variabili e finiture superficiali diverse, levigate e satinate, che creano gradazioni tonali morbide. Trovo tutti i paesaggi straordinariamente belli e ho avuto la fortuna di viaggiare molto, scoprendo diversi tipi di spazio naturale che la mia mente cattura e sono sicura che un giorno si manifesteranno in qualche lavoro. Addirittura vivendo in una città così frenetica come Londra ho trovato la bellezza intorno a me; nei cieli serali, nei parchi dove cammino con i miei cani e nel mio giardino, che è un autentico santuario!
Rhossilli Glass di Celia Dowson, ph. Alick Cotterill
Seascape Vessels di Celia Dowson, ph. Sylvain Deleu
Paesaggi non solo britannici, se consideriamo che i tuoi ultimi lavori vanno sotto il nome Taiwan.
Sì, la mia collezione più recente è ispirata al paesaggio di Taiwan che ho conosciuto la scorsa estate durante una residenza di tre mesi al New Taipei City Yinnge Ceramics Museum. È una bellissima isola, circondata da montagne con sentieri ben tracciati dov’è possibile fare escursioni.
Sto ancora sviluppando la collezione che ho pensato a Taiwan e che si ispira ai verdi profondi della vegetazione nella stagione dei monsoni, ai cieli blu indaco e alle montagne che si stratificano in lontananza. Con grande entusiasmo, alla fine di giugno, ho lanciato questa nuova collezione nella galleria Maud e Mabel a Hampstead Heath, a Londra.
Taiwan Collection di Celia Dowson
Oltre all’aspetto decorativo, ci sono ragioni più profonde che ti spingono a ispirarti alla natura?
È importante che le mie creazioni traducano il fatto che tutti noi facciamo parte di un grande insieme. Non c’è un inizio o una fine, e il mio lavoro può catturare solo un momento fugace. Spero però che attraverso la rappresentazione di un paesaggio, attraverso la trama, il segno o il colore, i miei oggetti evochino nello spettatore un’emozione, un ricordo su cui riflettere.
Sketch Book di Celia Dowson
Esiste una relazione molto stretta tra l’oggetto finito e il disegno che tracci sui tuoi album. Ce ne vuoi parlare?
Quando si realizzano vasi di porcellana, ogni pezzo conduce al successivo. Molto di ciò che faccio riguarda i gesti e la trama applicati sull’argilla mentre i pezzi vengono creati; i disegni sono invece le mie mappe mentali e mi aiutano a ricordare come ho lavorato all’intera collezione.
Disegno spesso a partire da un’immagine, da un ricordo o da un oggetto precedente per cercare di catturarne una parte; disegno anche in modo da poter visualizzare i livelli e capire come applicare toni scuri e chiari.
Mentre lavoro faccio inoltre degli schizzi molto più rapidi che mi permettono di ricordare come ho applicato un segno o uno strato di colore; se ho spazzolato, dipinto o spugnato nell’argilla, se ho usato uno strato sottile o spesso di pigmento o forse più acqua per creare un colore sfocato e sbiadito. Dopo aver realizzato un pezzo, dipingo spesso ciò che immagino ne deriverà, perché non si sa mai esattamente come risulterà la superficie fino a quando i vasi non vengono liberati dai loro stampi.
Taiwan Collection di Celia Dowson
Parliamo dei vetri: puoi dirci la tecnica con cui li fai?
Realizzo i miei pezzi di vetro con tecniche di fusione in forno: metto del vetro colorato solido in uno stampo in gesso che viene poi sottoposto a una cottura a 860°C molto lenta, che dura per un periodo di 5-12 giorni (a seconda dello spessore del pezzo).
Per le forme uso una serie di tecniche di modellazione: il lavoro inizia sul tornio, lavorando il gesso o la cera fino a creare una forma che poi getto in modo da ottenere il negativo dell’oggetto che desidero creare. Nel forno il vetro si accumula in queste forme, rendendole solide.
La fase impegnativa arriva però dopo l’estrazione dal forno; il pezzo viene staccato dallo stampo in gesso, che viene scartato, e passa attraverso molti processi di levigatura e lucidatura – il risultato può essere traslucido o satinato – fino a quando lo reputo perfetto.
Taiwan Collection di Celia Dowson
Cosa intendi quando affermi che utilizzi le tecniche della ceramica e del vetro contaminandole tra loro? Puoi farci qualche esempio?
È davvero meraviglioso poter lavorare con due materiali così diversi, è una sfida e mi permette di spingermi oltre i confini dell’uno e dell’altro, in modo da poter fare qualcosa di unico. Ho lavorato la ceramica molto più a lungo del vetro, ma manipolare quest’ultimo materiale mi sembra molto naturale poiché alcuni dei processi coinvolti sono abbastanza simili.
In particolare, creo gli stampi in gesso per le mie forme usando un tornio tipico della lavorazione della ceramica, e ancora con il tornio trasformo forme in cera per la fusione dei vetri. Lavoro anche l’argilla sul mio tornio per creare bozzetti di prova veloci che posso gettare nel vetro.
Applico poi le tecniche utilizzate per lucidare i miei pezzi di vetro sulle ceramiche. Ogni vaso attraversa due diversi processi di lucidatura tra le due cotture: il primo rimuove i segni e le aree di colore indesiderate, ma rivela anche strati nascosti nell’argilla vicino alla superficie. Il secondo, dopo una cottura a 1.260°C, rende liscio e piacevole da toccare lo smalto della ceramica.
Seascape Vessels di Celia Dowson, ph. Ester Segarra
Da dove provengono le forme del tuo vetro, così essenziali, pure e luminose?
Amo le forme e la filosofia giapponese e questa è una parte importante del mio processo di ricerca. Sono anche affascinata dagli artisti e designer di vetro finlandesi della metà del secolo scorso e dal modo in cui hanno lavorato con la natura e la forma. Tapio Wirkkala e Timo Sarpaneva sono alcuni dei miei preferiti!
Voglio che le forme che realizzo siano davvero semplici e chiare, in modo che il materiale sia davvero in grado di parlare. Trovo che questo funzioni principalmente mediante forme simmetriche con sottili cambiamenti di spessore che proiettano la luce, riflettendola e rifrangendola in modi meravigliosi.
I piccoli oggetti hanno una preziosità e spesso possono essere molto personali: adoro realizzare pezzi “intimi”, che possono stare nel palmo della tua mano. Di recente ho però realizzato piatti e ciotole più grandi perché voglio che lo spettatore sia attratto dagli oggetti come lo sono io dal paesaggio che mi ispira; il vasto cielo o la sfera del sole!
Work in Progress, ph. Emma Dudlyke
Vi sono alcune particolarità che rendono le tue creazioni così uniche?
Sì, per esempio i vasi sono lucidati con uno spazio interno satinato e la combinazione crea una strana illusione a seconda che l’oggetto sia vuoto o pieno. Con i piatti rotondi incorporo lenti nella base che creano un’illusione: sembra che oggetto cada attraverso la superficie su cui appoggia.
Infine, qual è il tuo rapporto con la città dove lavori, Londra?
Per me Londra è un posto affollato dove posso approfondire la cultura creativa, visitare musei e mostre, gallerie e negozi. C’è una meravigliosa rete di artisti e designer che lavorano qui e si è creato un grande senso di comunità che ritengo importante.
Però per me è essenziale anche trascorrere del tempo da sola con i miei pensieri e nella natura: per questo adoro visitare il Galles e le spiagge di Norfolk.
Ma torno sempre nel mio studio a Londra, che condivido con quattro amici e laureati del Royal College of Art: lavoriamo tutti in modo molto diverso, ma ognuno svolge un ruolo fondamentale nello sviluppo degli altri, condividendo idee e tecniche, criticando e offrendo informazioni che potrebbero non essere state considerate. Insomma, Londra mi sembra il posto giusto dove stare.
Per tutte le altre informazioni sul lavoro di Celia Dowson o per contattarla, potete consultare il suo sito.
Celia Dowson al lavoro, ph. Emma Dudlyke
Nell’immagine di copertina, Seascape Vessels di Celia Dowson, ph. Sylvain Deleu