di Sebastiano Tonelli.
Design from the Alps è la prima rassegna completa sulla produzione e cultura del design moderno dell’area trentino-tirolese, collocata geograficamente in una posizione strategica come crocevia di traiettorie estetiche e culturali che unisce Monaco a Venezia, Vienna a Milano. Il progetto nato dalla collaborazione fra Kunst Merano Arte, NABA Nuova Accadema di Belle Arti di Milano e UNIBZ libera Università di Bolzano | facoltà del design e arti, racconta il design sviluppatosi dal 1919 al 2019 in una regione che si è dimostrata incubatrice di ricerca e contraddistinta da una spiccata originalità creativa.
I curatori Claudio Larcher, Massimo Martignoni e Ursula Schnitzer assieme ad un team di specialisti hanno selezionato oltre 100 pezzi che coprono un ampio raggio di creatività: dai componenti d’arredo alle macchine fotografiche, dal packaging ai prodotti alimentari, dagli esperimenti nel campo aeronautico all’attrezzatura sportiva.
Sedia per bambini Junior, Othmar Barth, 1978. Courtesy Barth Innenausbau. Ph. Credits Anna Maconi
Olympus Mons Evo, La Sportiva, 2018. Ph. Credits Anna Maconi
Un itinerario espositivo presenterà gli autori noti e gli altri rimasti nell’ombra, le linee guida del passato e le prospettive del futuro, i pezzi conosciuti e quelli invece dimenticati nel corso dei decenni. Si comincia dal periodo compreso tra il 1919 e il 1945 quando nasce una nuova e sperimentale attitudine alla ricerca, stimolata dal secondo Futurismo -si pensi al libro bullonato di Fortunato Depero – e dalle nuove tendenze moderne promosse dal Bauhaus e dal Razionalismo italiano. Si sviluppa in questo arco di tempo una generazione di grandi architetti quali Luciano Baldessari, Adalberto Libera, Gino Pollini e i due Ettore Sottsass senior e junior, il secondo nato a Innsbruck, cresciuto a Trento e attivo a Milano che rappresenta l’emblema di tutti i progettisti nati in queste terre.
Sedia per l’ufficio del segretario, Ettore Sottsass sr., Municipio di Canazei, 1929. Ph.Credits Romano Magrone
Elefantino bevitore, Fortunato Depero, 1922-23. Collezione Josef Kreuzer/Ripartizione musei, Provincia autonoma di Bolzano. Ph. credits Erich Dapunt
La seconda fase del dopoguerra vede il miracolo economico investire soprattutto i settori specialistici della produzione alimentare, meccanica e dei trasporti. Spiccano in questo segmento i nomi di Carlo Abarth, geniale inventore meccanico e di Gianni Caproni, ingegnere aeronautico, imprenditore e pioniere dell’aviazione che si è dedicato anche alla produzione di moto e di motobici.
Mascherina frontale Abarth, Carlo Abarth, ca.1965. Ph. Credits Anna Maconi
Aero Caproni, Capriolo 75, Corsa 1954. Ph.Credits Anna Maconi
Dagli anni sessanta e settanta in avanti è l’idea dello scambio e del confronto ad ampio raggio a porsi quale prospettiva privilegiata, con diversi autori sintonizzati sulle novità e gli stimoli provenienti dai maggiori centri europei come Dario Montagni, Othmar Barth, Gianni Pettena, Matteo Thun, Marco Zanini, Benno Simma, Baldessari e Baldessari, Kuno Prey, Martino Camper ,Dante Donegani fino alle ultime e importanti voci del design contemporaneo come Harry Thaler, nativo di Merano ma molto impegnato anche all’estero.
A sinistra, Martino Gamper, 100 chairs in 100 days and its 100 ways. Barbapapa, 2006. A destra, Multipot di Giovanni Lauda e Dante Donegani, Rotaliana, 2014
La rassegna si conclude con uno sguardo al design di oggi e dei giovani progettisti raccolti nel capitolo Atlas 2010-2020 curato da Claudio Larcher, che traccia alcune tematiche ricorrenti attraverso l’utilizzo di 7 parole chiave: scuola, autoproduzione, artigianato, sostenibilità, innovazione, rapporto con il territorio e aziende e internazionalità. Per ognuna di queste sono indicati i nomi di giovani progettisti a cui è affidato il futuro del design del prodotto dell’area alpina, un luogo solo apparentemente ostile e considerato non più come un vincolo ma come possibile apertura al mondo del progetto internazionale.
A sinistra, Liviana Osti, Pippo, 2001, Prod. PaolaC. A destra, Sebastiano Tonelli e Erika Baffico Odo, 2019, Prod. Oikoi
L’allestimento, appositamente progettato per Merano Arte da Claudio Larcher con la collaborazione di Manal Abu Monassar e Gaia Dognini (NABA Nuova accademia di belle arti), segue i tre livelli dell’edificio storico meranese in un percorso che riprende metaforicamente una scalata dalla pianura all’alta montagna. Accompagna la mostra un ampio catalogo trilingue edito da Scheidegger & Spiess (Zurigo), con progetto grafico di Antonino Benincasa con la collaborazione di Claudia Gelati e Malthe Wöhler e fotografie di Anna Maconi (Libera Università di Bolzano / Freie Universität Bozen).
Harry Thaler, Pressed Chair, 2011, Prod. Nils Holger Moormann
Debiasi Sandri, Collar, 2016, Prod. Stenton
DESIGN FROM THE ALPS. Südtirol/Alto Adige Tirol Trentino 1919-2019
Dove: Merano Arte – Edificio Cassa di Risparmio (Portici, 163)
Quando: 11 ottobre 2019 – 12 gennaio 2020
Nell’immagine di copertina, Sci White Star, Blu Star, Black Star, Kneissl, anni ’60. Ph credits Anna Maconi