di Marta Santacatterina.
Giovanissima, ma ben preparata e con le idee già molto chiare, sostenute da una invidiabile determinazione. Julie Cocatrix è una designer di interni e di prodotti laureata in arti decorative all’École Camondo di Parigi che – dopo aver vinto il primo premio della giuria in un workshop destinato alla progettazione di un concept store per l’azienda di pavimenti Tarkett – ha realizzato la collezione Désir d’eau, una serie di brocche in terracotta e vetro ispirate ai manufatti tradizionali dell’Africa del Nord, ma con un sapore assolutamente contemporaneo.
Il progetto per Tarkett di Julie Cocatrix.
Julie, com’è nata la passione per il design?
Cinque anni fa, quando ho fatto domanda per l’ammissione all’École Camondo, non ero molto sicura della mia scelta, perché mi attirava anche la scuola di Belle Arti di Parigi. Ho però deciso di lasciarmi trasportare dalle mie intuizioni: ciò che mi attrae del design è la tensione permanente tra creatività e realtà, la possibilità di creare cose belle rendendole così oggetti per la vita quotidiana.
Così ho trovato la mia strada e ora sono sempre più interessata alla sperimentazione, all’invenzione e alla creazione. Ho la fortuna di vivere nella meravigliosa città di Parigi, ma ho anche studiato Design per un anno al Politecnico di Milano: queste due città sono state determinanti per la mia formazione.
Disegni preparatori per Désir d’eau di Julie Cocatrix.
“Désir d’eau” è un progetto raffinato e molto originale: da dove nasce l’idea e come sei riuscita a realizzarlo?
“Désir d’eau” è nato l’anno scorso, dopo un viaggio in Nord Africa, dove ho scoperto delle belle ceramiche nei piccoli villaggi della Valle del Rif. Questi oggetti della vita di tutti i giorni mi affascinavano perché erano sia sobri sia eleganti. Ho osservato le donne che lavorano sodo con le loro mani per modellare il materiale: erano tutte molto coinvolte nel loro lavoro. Quindi, mi sono concentrata sulla funzione della brocca o dell’orcio, entrambi legati alla stessa esigenza: offrire acqua.
Tornata in Francia ho cominciato a fare ricerche estetiche su questi contenitori tradizionali. Volevo creare una serie di brocche la cui prima funzione sarebbe stata quella di servire l’acqua, ma suggerendo il desiderio di acqua in modo subliminale; per me era inoltre essenziale poter usare il contenitore per versare con un gesto sensuale e aggraziato. Ho fatto molti disegni e ho incontrato degli artigiani per confrontarmi sulle possibilità di realizzazione: hanno compreso il mio processo, mi hanno dato importanti consigli e offerto il loro know-how, tutti elementi che hanno contribuito al successo della collezione Désir d’eau.
La produzione di Désir d’eau di Julie Cocatrix.
Parlami dei i materiali e dei processi produttivi che stanno alla base di Désir d’eau.
La vera posta in gioco era combinare due materiali: terra e vetro. Inoltre mi sono chiesta come l’utente avrebbe dovuto usare l’oggetto e in che modo associare e separare i tre elementi: terra, vetro e acqua. Prima di tutto ho verificato se il progetto era fattibile e ho cercato degli artigiani sensibili al mio lavoro e in grado di plasmare pezzi di alta precisione sulla base dei miei disegni. Per quanto riguarda la parte in ceramica, il metodo di tornitura di Sèvres – che si realizza in due fasi, prima modellando l’oggetto, e poi lavorandolo al tornio – ha permesso di produrre pezzi rigorosamente identici al disegno esecutivo.
Ho imparato a conoscere i limiti del modellare osservando gli artigiani mentre lavoravano e anche manipolando io stessa la terra. Ovviamente era meno facile prendere parte alla realizzazione di pezzi di vetro, tuttavia il vetraio mi ha mostrato i vari processi di modellatura e soffiaggio al fine di comprendere meglio i diversi passaggi della sua conversione e perfezionando un processo su misura per soddisfare le specifiche di Désir d’eau.
La produzione di Désir d’eau di Julie Cocatrix.
Per la produzione di Désir d’eau hai il supporto una celebre azienda, giusto?
Esattamente, la Manifattura di Sèvres è un laboratorio unico ed eccezionale, le sue squadre spesso hanno collaborato con artisti internazionali come Ettore Stottsass, Giuseppe Penone o Oki Sato. Sono andata lì per mostrare i miei disegni, sperando di poter collaborare come studente, perché non potevo permettermi costi elevati. Per caso ho incontrato una giovane con un grembiule piuttosto sporco, mi sono presentata e le ho spiegato perché ero lì: è stata subito sedotta da Désir d’eau ed è diventata la mia ceramista.
Quant’è importante la tradizione?
Mi sono sempre interessati gli oggetti fatti a mano e il sapere antico. Per ideare un prodotto contemporaneo, dobbiamo prima capire come veniva fatto in passato, quali sono le sue origini, le sue diverse funzioni. E poi gli oggetti artigianali tradizionali sono, il più delle volte, collegati a un marchio di qualità che mette in risalto i materiali qualitativi e il tempo del fare; senza dubbio il recupero delle forme antiche è anche un modo per sfuggire a una crescente standardizzazione e per creare nuove connessioni estetiche. Infine, sono molto sensibile al senso del tatto e il lavoro con gli artigiani mi consente di godere di questa sensazione fluida.
Désir d’eau, Collection 1 e 2, design Julie Cocatrix.
È facile essere una giovane designer a Parigi? Ci sono molte opportunità di lavoro e possibilità per realizzare le idee?
Ho appena iniziato a lavorare, quindi è troppo presto per giudicare il mercato del design. Sono felice che Désir d’eau sia così apprezzato, è un buon punto di partenza per me. Sono anche consapevole del numero di grandi designer a Parigi, ma questo mondo è abbastanza vasto per tutti. Penso quindi di dover marcare la mia differenza, costruire il mio modo di pensare per creare oggetti personali che si basino sulle mie convinzioni e sull’impegno estetico.
Allo stesso tempo, bisogna prestare attenzione all’evoluzione del mondo e soprattutto all’ambiente, e naturalmente ho notato che l’aspetto commerciale è importante quanto il processo creativo: è necessario operare su larga scala, come tutti i tipi di business, e i social network in questo aiutano: sono ottimi booster ma non ancora sufficienti per il lancio degli affari. Quindi sono ancora convinta che l’ambizione e la perseveranza rimangano le autentiche chiavi del successo.
Désir d’eau, Collection 1, design Julie Cocatrix.
Sul sito juliecocatrix.com si trovano ulteriori informazioni su Désir d’eau e sugli altri progetti di Julie Cocatrix. Le brocche possono essere acquistate online sul portale atoalife.com/createurs/julie-cocatrix/. I prezzi dei singoli pezzi unici variano da € 120 ai € 350.
Julie Cocatrix.
Nell’immagine di copertina, Désir d’eau, Collection 2, design Julie Cocatrix.