di Silvia Pertoldi – architetto e consulente CasaClima.
Leed, CasaClima, Itaca, Minergie, Breeam, PassivHaus questi i nomi ricorrenti come protocolli di sostenibilità in Europa negli ultimi anni, ma che cosa sono esattamente?
I protocolli hanno lo scopo di stabilire dei parametri standard di valutazione per classificare, dal punto di vista della sostenibilità ambientale, gli edifici esistenti e quelli in costruzione secondo delle regole ben precise. Le regole stabilite dai protocolli consentono di avere a disposizione una traccia da seguire sia durante la progettazione di un edificio ex novo, che per la valutazione a posteriori del grado di sostenibilità di un edificio già costruito.
La Certificazione energetica è stata introdotta dalla Direttiva europea CE2002/91 “sul rendimento energetico in edilizia” per ridurre i consumi energetici degli edifici e le emissioni di gas nocivi nell’atmosfera, ma anche di:
- elevare gli standard qualitativi edilizi, in tema di efficienza energetica, garantendone la conformità normativa;
- informare gli utenti sia sulla qualità energetica dell’edificio, che sulle potenzialità di miglioramento energetico e sulle tecnologie esistenti;
- rendere più trasparente il mercato immobiliare con il nuovo parametro di valutazione del consumo energetico, espresso in kWh/m2anno, consentendo la confrontabilità dei consumi energetici tra gli immobili;
- influenzare il valore di mercato degli immobili in base alle loro prestazioni energetiche.
Gli obiettivi comunitari, stabiliti poi dalla Direttiva Europea 31 del 2010, sono quelli che entro il 2020 tutti gli edifici di nuova costruzione siano a Energia Quasi zero, e che anche i requisiti minimi di prestazione energetica vengano estesi a tutti gli edifici esistenti, unità immobiliari ed elementi edilizi sottoposti a ristrutturazioni importanti.
In Italia vengono recepite le direttive europee attraverso l’emanazione di numerose leggi e regolamenti sia a livello nazionale che a livello regionale, ma solo negli ultimi anni si sta diffondendo una coscienza della sostenibilità anche fra gli utenti finali.
Oggi infatti, ogni edificio e ogni unità immobiliare in vendita o in affitto deve essere accompagnata da una classificazione energetica data dall’APE (Attestato di prestazione energetica). Questo documento contiene tutte le informazioni relative all’efficienza energetica dell’edificio “EPgl,nren”, che indica il fabbisogno annuale di energia primaria non rinnovabile relativa a tutti i servizi erogati dai sistemi tecnici presenti. Questo indice identifica la classe energetica dell’edificio in una scala da A4 (edificio più efficiente) a G (edificio meno efficiente).
CasaClima
Esistono poi in Italia numerosi protocolli di certificazione di tipo volontario, che non seguono cioè le direttive della legge nazionale o regionale, ma che l’utente o il progettista può seguire per avere una garanzia di qualità costruttiva dell’immobile. Il protocollo CasaClima, ad esempio, emanato dall’Agenzia CasaClima, ente certificatore della Provincia di Bolzano, viene utilizzato a titolo volontario anche da utenti di altre regioni a garanzia di un sigillo di qualità edilizia.
Questo protocollo definisce alcune classi energetiche che permettono di identificare il grado di consumo energetico di un edificio: CasaClima Oro (consumo di energia pari a 10 KiloWattora per metro quadro l’anno); CasaClima A (consumo di energia pari a 30 KiloWattora per metro quadro l’anno); CasaClima B (consumo di energia pari a 50 KiloWattora per metro quadro l’anno).
L’Agenzia rilascia la targhetta CasaClima dopo avere sottoposto l’edificio ad un controllo minuzioso sia del processo di edificazione, che attraverso un’attenta analisi del progetto, alcuni sopralluoghi in cantiere e il test di tenuta all’aria tramite il Blower Door Test. Il protocollo CasaClima è oggi un punto di riferimento valido per progettisti e committenti per avere la certezza di ottenere un edificio ad alta efficienza, cosa non sempre valida invece con una certificazione classica.
Leed
Il sistema Leed (Leadership in Energy and Environmental Design) molto diffuso in tutto il mondo, rappresenta un protocollo di certificazione volontario nato negli Stati Uniti con la U.S. Green Building Council che ne attesta la qualità sotto il profilo della sostenibilità.
Gli aspetti che vengono analizzati e che vengono poi valutati nella scheda del punteggio finale dei crediti sono quelli relativi al rapporto dell’edificio rispetto all’ambiente: la sostenibilità del sito, la gestione delle acque, le emissioni nell’atmosfera e il consumo di energia, l’uso di materiali e risorse rinnovabili, la qualità degli ambienti interni. Vengono poi valutati molto positivamente anche la qualità e l’uso di tecnologie innovative e il rapporto di valorizzazione delle peculiarità della località in cui è situato il progetto.
I risultati ottenuti dalla valutazione vengono classificati attraverso l’attribuzione di crediti, la somma dei quali corrispondono ad un livello di certificazione Base, Argento, Oro e Platino. Normalmente questo protocollo viene utilizzato per interventi di grandi dimensioni anche a livello urbanistico, per edifici pubblici, industriali utilizzando una classificazione riconosciuta a livello internazionale.
Itaca
Il protocollo Itaca, utilizzato da alcune regioni italiane, permette di verificare le prestazioni di un edificio in riferimento non solo ai consumi e all’efficienza energetica, ma prendendo anche in considerazione il suo impatto sull’ambiente e sulla salute dell’uomo, favorendo così la realizzazione di edifici sempre più innovativi e nello stesso tempo garantiscano un elevato comfort. Il Protocollo garantisce inoltre l’oggettività della valutazione attraverso l’impiego di indicatori e metodi di verifica conformi alle norme tecniche e leggi nazionali di riferimento.
Anch’esso può essere utilizzato per valutare edifici residenziali, terziari e industriali e la classificazione viene fatta a secondo criteri molto simili a quelli del GBC Italia e cioè la qualità del sito, il consumo di risorse, la qualità dell’aria, il carico ambientale e la qualità del servizio: l’edificio può acquisire per ogni criterio un punteggio che va da 0 a 5 in funzione della prestazione.
Nel resto dell’Europa ogni paese possiede il suo sistema di riferimento per la sostenibilità ambientale: ad esempio Passivhaus, Breeam e Minergie sono quelli rispettivamente tedesco, inglese, e svizzero.
Passivhaus
Una casa certificata secondo lo standard Passivhaus è un’abitazione in grado di assicurare il fabbisogno termico senza o con una minima fonte energetica supplementare di riscaldamento interna all’edificio. Quindi la casa passiva viene realizzata senza alcun impianto di riscaldamento tradizionale, come caldaie e termosifoni o sistemi analoghi. Il fabbisogno energetico della casa è molto basso (inferiore a 15 kWh al m² anno). Per ottenere questi risultati è necessario porre particolare attenzione alla progettazione, con l’adozione di isolamento termico ad altissime prestazioni su murature perimetrali, tetto e superfici vetrate e mediante l’adozione di sistemi di ventilazione controllata a recupero energetico.
Breeam
La certificazione Breeam si basa su un sistema che valuta nella sua globalità la qualità della costruzione, dal cantiere alle risorse utilizzate. Vengono attribuiti dei crediti e un punteggio finale secondo le seguenti categorie: gestione del cantiere e dell’involucro edilizio, energia, risorse idriche, utilizzo del sito e impatto ecologico, salute e benessere, trasporti, materiali, rifiuti, inquinamento.
Minergie-Eco
I requisiti di Minergie-Eco, invece, si basano su 6 criteri: luce, rumore, aria interna, materie prime, costruzione e demolizione, e i cosiddetti criteri di esclusione impediscono che vengano utilizzati metodi e materiali incompatibili con requisiti di sostenibilità.