Culture diverse, stili di vita e abilità alimentano l’ispirazione di Sebastian Herkner, il designer trentasettenne che negli ultimi dieci anni ha ricevuto circa trenta premi per il suo lavoro innovativo, con uno sguardo attento alla tradizione.
E proprio dalla fondazione nel 2006 del suo studio nel sobborgo di Offenbach am Main a Francoforte, Sebastian si è concentrato senza sosta alla creazione di progetti e prodotti che fondono in maniera non accademica l’artigianalità e la creatività, rimanendo sempre attento alle nuove tecnologie.
Tappeto della collezione La Che per Ames
Un processo innovativo che non tralascia il percorso fondamentale del design: quello di ricostruire la purezza originale del rapporto tra forma e funzione, quasi una necessità mentale di riportare gli oggetti a quella che avrebbe dovuto essere la loro forma vera originaria. Un approccio che ben si manifesta ad esempio nel tavolo “Bell”, dove emerge il concetto dell’ispirazione aldilà del rapporto classico con l’oggetto.
Tavoli Bell per ClassiCon
Un amore incondizionato per l’artigianato è il filo conduttore del suo percorso, ancor prima che il mondo del design in generale si accorgesse di questo importante legame e cavalcasse l’onda modaiola nella progettazione. Accostare materiali diversi è sempre una sfida perché le persone non sono abituate a vedere certe combinazioni e spesso sminuiscono un prodotto solo perché hanno la primordiale abitudine visiva ai materiali tradizionali.
Infatti, proprio per il tavolo “Bell”, il cui piatto in acciaio e ottone si “accoccola” su una base di vetro soffiato a mano, ci sono voluti tre anni prima che vedesse la luce del giorno attraverso il brand ClassiCon.
Eppure Sebastian non si è dato per vinto e ha continuato a cavalcare il confine tra tradizione e modernità nella convinzione di far rivivere le forme tradizionali di artigianalità, prima che si perdano per sempre, poiché parti integranti del nostro patrimonio culturale.
Lampade a sospensione in vetro per Pulpo
Azzardare l’ipotesi che Sebastian Herkner sia vicino alla concezione dell’oratore romano Quintiliano in fatto di tradizione, non è poi una forzatura. Tutti e due, in epoche lontane anni luce una dall’altra, sono accomunati dalla convinzione che il termine tradizione indichi qualcosa che si diffonda per trasmissione e passando di mano in mano si replichi e si riproduca, apparentandosi da un lato e contrapponendosi dall’altro alla moda. A dimostrazione che spesso l’età, di anni Sebastian ne ha 37, ha poco valore di fronte a certe riflessioni che scaturiscono da un insaziabile appetito per le sfide.
A sinistra, lampade Oda per Pulpo. A destra, tavolinetto Pastille per Edition Van Treeck
Paravento Opium per Doppia Firma, ph Laila Pozzo
Formatosi alla Offenbach University di Arte e Design, ha progettato un po’ di tutto, dalle biciclette agli occhiali, fino alle bottiglie di profumo, facendo delle incursioni importanti nel mondo dell’interior. Sebastian è quel tipo di designer che ha fame di creare, tanto da farlo andare da Stella McCartney per uno stage sul colore, quello che oggi possiamo annoverare alla base del suo inconfondibile stile.
Un tipo di particolare intreccio tra arte e design che regolarmente utilizza un mix di tecnologie avanzate, come possono essere ad esempio le macchine a controllo numerico per la fresatura, e processi tradizionali appartenenti ad un artigianato raffinato.
A sinistra, sedia “118” per Thonet. A destra, carrello Grace per Schoenbuch
Cosa che ad esempio è accaduta nella realizzazione della sedia “118” per Thonet, dove la piegatura a vapore del legno è stata affiancata da fresature di precisione fatte a macchina. Insomma, un irriducibile delle forze di quella tradizione che non si oppone all’avanzata del progresso.
Sedute Merwyn per Wittmann
E Maison&Objet, la fiera parigina che ha sempre cercato di individuare e riconoscere i designer la cui originalità fosse indiscussa, per l’edizione del 2019 (che si terrà dal 18 al 22 gennaio nel “Parco delle espozioni”) conferirà nel corso della manifestazione, il premio a Sebastian come “designer dell’anno”.
Un riconoscimento importante che giunge dopo un sorprendente percorso di continua ricerca tra forma artistica e curiosità, quella sana, infantile, che non si esaurirà facilmente, essendo destinato a rimanere ben impresso nelle pagine del Design.
Sebastian Herkner, ph Gaby Gerster
Nell’immagine di copertina, Sebastian Herkner ph Gaby Gerster