fabio novembre letto

Icone di Design – Fabio Novembre

di Lorella Carminati.

“Il futuro sarà quello che tu fai oggi” (Fabio Novembre)

Dal 1966 rispondo a quelli che mi chiamano Fabio Novembre, dal 1992 rispondo a quelli che mi chiamano anche architetto”. Sono parole di Fabio Novembre, classe 1966, architetto e designer laureato al Politecnico di Milano nel 1992. L’affermazione dichiara l’essenza creativa del professionista: viene prima l’uomo e il suo universo di sentimenti. I suoi progetti sono istintivi, primordiali, a volte irriverenti.

E riportano gli oggetti a dimensioni emotive e sensuali, nelle quali tutti, più o meno consciamente, rintracciamo un legame, perchè pescano nell’immaginario collettivo, oppure perchè ci riconosciamo nella creativa, originale interpretazione del designer. Novembre si definisce “un uomo del presente” e ne dà una personale visione: “Per me la forma è contenuto, c’è sempre una seconda lettura delle cose”.

Il negozio di Anna Molinari Blumarine a Londra
vetrina boutique anna molinari
Dopo la laurea e un periodo formativo a New York, dove frequenta un corso di regia cinematografica alla New York University, nel 1994 realizza il suo primo lavoro di architettura d’interni, progettando il negozio di Anna Molinari Blumarine a Londra.

Nello stesso anno torna a Milano e apre il suo studio. Da qui in poi Novembre collabora con importanti brand internazionali su progetti di design, di architettura d’interni, per allestimenti di mostre ed eventi: nomi come Cappellini, Driade, Venini Lavazza, il fotografo Steve McCurry. Nel 2017, per celebrare i vent’anni di attività dello Studio Novembre, esce una sua monografia pubblicata da Electa.

2001 ORG Tavolo e consolle – Cappellini. “Org è un magico trucco oltre che un tavolo”. Il piano in vetro trasparente è sostenuto da una selva di gambe movibili in corda polipropilenica in cui si confondono le gambe rigide di sostegno con anima d’acciaio rivestite in corda.
tavolino org piano vetro
È questo anche il periodo in cui prende forma “Una fiaba PerDormire”, una linea di letti realizzati per il progetto Design Democratico Italiano del Materassificio Montalese. Attualmente Novembre partecipa al comitato scientifico della Triennale di Milano, per la realizzazione del Museo Permanente del Design Italiano, la cui inaugurazione è prevista nei primi mesi del prossimo anno.

Incontriamo il designer alla presentazione della sua ultima creazione, letti per “Una Fiaba PerDormire”, del Materassificio Montalese.

A sinistra, 2012 MURANA Vaso – Venini “…un volto senza connotazioni sessuali o razziali in grado di rappresentare ogni tipo di umanità, un’anima per un oggetto che potrebbe esser e casualmente percepito come un vaso”. Vetro soffiato e lavorato a mano in edizione numerata. A destra, Fabio Novembre
vasi murano e fabio novembre
Novembre, cosa c’è dietro un progetto come “Una Fiaba PerDormire”?

È un marchio che vuole arrivare a tutti, quindi volevo creare un design semplice e basico. Ma magico, come la dimensione onirica del sonno. Ho aggiunto due parole Una Fiaba al brand. Che poi è come ci si addormenta, da bambini ci vuole una fiaba per trasportarci nel mondo dei sogni.

Ho fatto dei letti come se fossero delle fiabe, è stato un lavoro di semplificazione e di narrazione. E poi mi piace un’azienda che ha l’obiettivo democratico di realizzare un prodotto di design accessibile a tutti. In molti casi, quando un prodotto viene definito di design, significa che costa tanto. In questo caso, invece, un prodotto firmato, disegnato e pensato bene, di qualità è alla portata di tutti.

2017 Una Fiaba PerDormire – letti. Materassificio Montalese. “Per l’uomo, dormire non è solo il tempo dedicato a ricaricare le batterie, ma un’esplorazione dell’inconscio.” Collezione di sei letti ispirati a icone del mondo fiabesco infantile: Abito, Principessa, Regina, Nuvola, Castello, Luna.”
letto matrimoniale fabio novembre
Quindi questa è la sua idea del dormire e del letto: una dimensione onirica…

Il letto ci porta nel mondo dei sogni. È una zattera sulla quale lasciarsi andare per otto ore, e fluttuare. Poi non bisogna sottovalutare la qualità del letto, è fondamentale dormire bene, anche perché il mood del giorno dopo dipende da come abbiamo riposato la notte. Trascorriamo un terzo della nostra vita dormendo, penso che ognuno se ne debba prendere cura.

E qual è la sua idea di casa?

A parte casa mia, non ho mai fatto altre case. Credo nello spazio come accumulatore di energie: casa tua dovrebbe essere il tuo ritratto, il tuo specchio. A volte capisco molto di più di una persona vedendo la sua casa. Penso che gli architetti dovrebbero pensare ai progetti di una casa principalmente come ritratti dei proprietari.

Spesso, sono le persone che si sottraggono, delegano gli architetti a definire la loro propria casa. La casa, il nostro nido, lo dobbiamo costruire esattamente per come la vogliamo e per come siamo. È inutile fare ‘rappresentanza’ di una casa.

2016 XXI Triennale di Milano – INTRO. “L’arte ha celebrato il suo valore iconico e l’architettura – specialmente quando si sforzò di predire il futuro – ha visto la sua forma ovoidale come la sintesi formale perfetta.” Mostra “Stanze, altra filosofia dell’abitare, XXI Triennale di Milano. La stanza di Novembre ha la forma di un uovo in cui contrastano la superficie esterna in freddo metallo specchiato, con l’interno in pelle rosso intenso, come a evocare il grembo materno.
stanze triennale fabio novembre
È una visione originale, in controtendenza.

Ma quale tendenza! Chi vuole vivere in uno show-room? Io non faccio case perché sono fermamente convinto: devi fartela da solo la casa, prendi gli ingredienti che vuoi, fai una cosa che ti assomigli, che sia la tua emanazione.

Quindi la creatività dell’architetto e del designer è al servizio solo di luoghi pubblici?

Io mi sono sempre occupato di hotel, ristoranti, negozi, è stata sempre una mia scelta: per me lo spazio deve essere pubblico. Per lo spazio privato, ognuno pensa a sé. L’architetto interviene per impostare un ambiente, ma il contributo deve riguardare aspetti tecnici. Fare una casa che non rispecchi il suo proprietario per me non ha senso.

2015 Realizzazione dello SPAZIO LAVAZZA a Expo di Milano. “ Dobbiamo considerare che il caffè è il social network più potente, forte e antico. Per questo motivo ho sempre pensato che l’essenza di Lavazza fosse unire le persone con la pausa caffè, per formare legami. In qualche modo è qualcosa di magico.”

stand expo lavazza
Forse è il fascino della fama, e della firma.. se vale ancora questo concetto.

Secondo me i clienti delegano all’architetto per non confessare chi sono, vogliono dimostrare agli amici di essere altro.… C’è molta psicologia in tutto questo. A volte le persone si vergognano di essere quello che sono. Invece, per me la case deve essere semplicemente espressione di sé: io sono così, mi volete?

Secondo me dovremmo pensare alle cose con più attenzione. Io mi chiedo sempre il perchè delle mie azioni, prima di fare qualcosa voglio capire il senso: vale la pena? È giusto? È morale? Mi faccio queste domande.

Pensa che il suo successo dipenda da questo contenuto intangibile delle sue creazioni?

Non so davvero cosa vuol dire avere successo. Per me significa che ho da fare, sono felice, riesco a dare lavoro a molte persone. Se questo significa avere successo, allora sì, ho successo.

Per il resto, non so cosa voglia dire: è un concetto sopravvalutato. Dovremmo tutti riconoscere i contenuti, anche quando non siamo in presenza di qualcuno che ha ‘il bollo’ del successo. Se incontri un panettiere bravo glielo devi dire, invece ci sono atteggiamenti snob… .Ecco, dovremmo tutti imparare di più a riconoscere e apprezzare la qualità.

2016 XXI Triennale di Milano – INTRO
interno stanze triennale
Come possiamo farlo?

Dobbiamo dare strumenti alle persone, perché tutti possono accedere alle informazioni. Oggi si può mappare la filiera produttiva di un prodotto, sapere da dove arriva, chi l’ha lavorato. Raccontare più cose possibile mette in condizione il cliente di scegliere o non scegliere.

Prendiamo il bio, in fondo è uno statement: io voglio consumare bio, perchè seguo quel tipo di missione, lo pago un po’ di più, la scelta è mia. Coscienza, consapevolezza, mettiamo le persone nelle condizioni di scegliere. Questo è davvero tantissimo.

Di cosa si sta occupando in questo momento?

Sono nel comitato scientifico della Triennale di Milano per il nuovo museo permanente del Design.

2010 NEMO Poltrona – Driade. “Manifestazione di un design che esalta la figura umana, un volto dalle sembianze classiche scavato per creare uno spazio abitabile.” Poltrona monoblocco in polietilene prodotta mediante stampaggio rotazionale.
poltrona nemo di fabio novembre
Che caratteristiche dovrà avere?

Il nuovo museo? Intanto sarà un museo; ed è inconcepibile che a Milano non ci sia ancora. È un progetto fortemente voluto da Sala (sindaco di Milano ndr) e Boeri (presidente della Triennale di Milano). Bisogna fare un museo che dica qualcosa di più: siamo a Milano, che è l’epicentro del design, no? Sono stato sempre un grande supporter di Stefano (Boeri) in Triennale perché, come al solito le persone possono fare la differenza, uno come lui la può può fare davvero. Un intellettuale, una persona di grandissima cultura, con un passato meraviglioso: non c’è altro da dire : sono le persone a fare la differenza.

Non ci resta che aspettare…

No, no, altro che aspettare. Ormai è tutto in corso. A gennaio inizierà la triennale della Antonelli (Paola Antonelli, curatrice del Dipartimento di architettura e design del MoMA di New York, direttrice Ricerca e Sviluppo dello stesso museo e a capo del team curatoriale della XXII Triennale), a marzo l’inaugurazione dell Museo permanente del Design. Non c’è da aspettare, succede qualcosa ogni giorno. A volte la gente dice: come sarà il futuro? Il futuro sarà quello che tu fai oggi.

2014 CASA MILAN Interior – AC.Milan “Come negli edifici del passato dove le figure di santi o potenti suggerivano il profilo della struttura, qui gli atleti in movimento si stagliano contro la facciata inclinata”. Progettazione interni
interno museo casa milan

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