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L’essenziale è (in)visibile agli occhi

Sarà che abbiamo lo stesso cognome, sarà la passione comune per il design, sta di fatto che le creazioni di  Tommaso Caldera, classe 1986, mi hanno colpito. I suoi progetti, almeno quelli che ho visto, conquistano per il design pulito e dal tratto essenziale. Nessuno spreco estetico, si può dire abbia fatto suo il concetto di Less is more (del celebre architetto Ludwig Mies van der Roheless) senza togliere nulla alla funzionalità.

Nato nel 1986, si laurea nel 2012 in Disegno Industriale al Politecnico di Milano. Tra il 2008 e il 2012 collabora come Junior e Senior Designer nello studio Odoardo Fioravanti a Milano, per poi spostarsi a New York nello studio di Jonathan Olivares.

Nel 2012 inizia la collaborazione con aziende del design italiano che lo porta a presentare al Salone del Mobile dello stesso anno i primi pezzi da designer indipendente. Nel Settembre 2013 viene selezionato dall’Istituto Italiano di Cultura di New York come Top Young Industrial Designer. La lampada Dori, realizzata per Contempo, viene selezionata per il Young&Design 2014. Le lampade Jeté ed Elma vengono selezionate per il Young&Design 2015.
Lo studio con sede a Pavia, si occupa di design del prodotto e art direction per aziende italiane ed internazionali.

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Si chiama Elma, è la nuova proposta della Lighting Collection. Il progetto nasce con il tentativo di indagare la tipologia di lampade nomadi. Il risultato è una lampada da terra a luce indiretta composta da due elementi principali e ben distinti sia dal punto di vista materico che formale: un diffusore in metallo tornito che accoglie la sorgente luminosa e un’impugnatura in legno curvato e fresato che abbraccia il diffusore.

L’impugnatura permette di spostare la lampada e allo stesso tempo di mantenerla in equilibrio, mentre il diffusore indirizza la luce e accoglie la lampadina. I due elementi, indispensabili l’ uno all’altro, creano un’unione perfetta.

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Jeté è una lampada a sospensione di grandi dimensioni disegnata per il marchio italiano WayPoint che, sotto la direzione artistica di Chiara Moreschi, è stata presentata al Salone del Mobile 2015 insieme a una nuova collezione di lampade disegnate da giovani designer italiani ed internazionali. Il gioco di contrappeso e tiranti permette di avvicinare o allontanare la sorgente luminosa a seconda delle necessità e degli ambienti. Il tentativo è stato quello di far convivere allo stesso tempo un oggetto di grandi dimensioni con linee gentili e introdurre una gestualità atipica per la tipologia di prodotto.

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Si tratta della reinterpretazione della celebre sedia da conversazione D.270.2 progettata da Gio Ponti negli Anni ‘70. Un progetto che, nella versione italiana, ha coinvolto, oltre a Tommaso Caldera, Sara Ferrari, Nina Warglien e Olimpia Zagnoli. Quattro giovani designer italiani selezionati da Elle Decor e Giulio Ridolfo, dotati di una spiccata sensibilità per il textile design. A conferma e garanzia dell’identità tutta Italiana del progetto, i quattro tessuti sono stati sviluppati e realizzati da due importanti brand italiani coinvolti in tutte le fasi di progetto: Dedar e Rubelli.

Tommaso Caldera
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