Il termine deriva dal latino “argentum”, nobile metallo. Sulla tavola, nel corso dei secoli, lo abbiamo visto sotto forma di posate, ciotole, vassoi, teiere, zuccheriere, caffettiere, coppe, alzate e piatti. In ogni caso simbolo di distinzione sociale per la famiglia che lo esibiva nei suoi banchetti.
L’epoca di maggiore produzione degli argenti fu il secolo XVII che proseguì nella proliferazione di oggetti in stile Barocco e Rococò. Per proseguire nei secoli XVIII e XIX con lo stile Neoclassico inglese, quello impero voluto da Napoleone Bonaparte fino alle fantasiose creazioni dell’Art Nouveau.
L’argento non viene mai lavorato puro, a causa della sua scarsa consistenza è quindi necessaria l’aggiunta di un altro metallo, che abitualmente è il rame. Ecco il perché della punzonatura sugli oggetti, introdotta proprio per indicare la percentuale di argento nel manufatto. Leggere 925 significa che il 92,5% della lega è composta da argento, il resto sono altri metalli. Ci sono diversi standard di punzonatura, a seconda del paese d’origine. I più comuni sono 950, 900, 925 oppure 800.
Pulirlo in 15 minuti
Esiste un modo per pulire l’argenteria in poco tempo e senza usare agenti chimici. Veniamo dunque alla pratica. Questi gli strumenti che occorrono per mettere in piedi un “autolavaggio” dell’argenteria: un contenitore capiente in pirex un rotolo di alluminio da cucina bicarbonato di sodio sale da cucina.
Riempire il contenitore fino a 3/4 della sua capienza massima, aiutandovi per la quantità con una caraffa graduata. Fatta questa prima operazione, versate l’acqua dal contenitore direttamente in una pentola che metterete sul fuoco per portarla a ebollizione. Intanto che l’acqua viaggia verso l’ebollizione, foderate l’interno del contenitore con la carta di alluminio, meglio senza rompere il foglio e con il lato più lucido verso l’interno.
Passiamo ora alla gestione delle “polveri”: calcolate 2 cucchiai di bicarbonato e 1 cucchiaio di sale per ogni litro di acqua che avete utilizzato per riempire la contenitore nel passo precedente. Quindi se in totale avrete 4 litri di acqua, utilizzerete 8 cucchiai di bicarbonato e 4 di sale. Fatti i dovuti calcoli, mettete sale e bicarbonato nel contenitore, sopra l’alluminio. Appena l’acqua bolle, versatela tutta nel contenitore e niente paura se si leverà una fumatina bianca associata ad uno sfrigolare. Ora potete immergere tutto l’argento che avete intenzione di pulire, iniziando magari dalle posate per poi passare a oggetti più grandi come teiere. Vedrete in pochi minuti cambiare completamente la lucentezza.
Importante, appena tirati fuori dalla soluzione, gli oggetti vanno asciugati con un panno morbido per evitare l’inizio della nuova ossidazione. In pratica avete appena pulito l’argenteria con una rudimentale pila fatta in casa. Alluminio , sale, acqua e argento, ed ecco materializzarsi un anodo e un catodo. E il bicarbonato? Aiuta a sciogliere tutto lo sporco che protegge lo strato ossidato dell’argento, il nero che vedete sulla teiera della nonna. Alla fine delle operazioni vedrete che il foglio di alluminio sarà diventato più opaco, proprio perché ha acquisito l’ossidazione degli oggetti di argento.
Tutte le immagini del servizio sono di prodotti Zanetto.