Una sinergia tra design e alto artigianato. Hands on Design racconta una filosofia creativa dal forte richiamo emozionale capace di esprimere l’approccio contemporaneo alla sperimentazione unita alla profonda conoscenza delle antiche maestranze. Un mix creativo tradotto in ricercato design che vede il coinvolgimento di oltre venti professionisti del settore che incontrano la maestria di manifatture dal sapore antico. Filo conduttore comune è l’incontro tra diverse culture, dove traspare il forte apporto dell’estetica giapponese mescolata alle tradizioni stilistiche europee e medio-orientali.
Nell’immagine: tableware Cadcam, manifattura 224 Porcelain, design Minale – Maeda
Forma e funzione diventano le muse ispiratrici per una collezione che spazia dal tablewear alle lampade, con una forte idea di continuità portata a creare un design dalla bellezza senza tempo. La tradizione forgia la contemporaneità in prodotti creati a partire dalla materia che li compone. Legno, vetro e metallo sono plasmati con tecniche antiche riprendendo temi ancestrali quanto a uso nella quotidianità e interpretazione poetica concettuale.
Nell’immagine: brocche e bicchieri Gugo, manifattura Soffieria, design Kanz Architetti
In questa veste la cultura giapponese palesa la sua storia millenaria di uso e armonia nella forma, un aspetto modernissimo di funzionalità e bellezza che abbraccia il pensiero del design contemporaneo. I progetti diventano così la manifestazione di una precisa estetica del quotidiano.
Nell’immagine: lampada Bugatti, manifattura Kanaami Tsuji, design Shiina+Nardi Design
La tradizione culturale si sviluppa in poetica della forma. Pensieri a una prima lettura “roboanti”, ma che si esprimono pienamente nei risultati. Ne sono un esempio le lampade ispirate alla cultura nomade e animate da una linea che richiama gli antichi talismani o, ancora, oggetti della tradizione come i tipici secchi di legno giapponesi reinterpretati come secchiello da vino e porta ghiaccio.
Nell’immagine: secchio in legno Bibai, design Giulio Iacchetti
La forza della materia giunge a una rinnovata potenza espressiva data dalla scelta delle imprese artigiane chiamate a realizzare i progetti dei diversi laboratori impegnati, anch’essi, a raccontare la propria cultura stilistica e a portare avanti lavorazioni antiche mai andate perse.
Nell’immagine: portapenne Spira, manifattura Tumar, design Buzzo – Lambertoni
L’armonia che ne deriva, anche nel progetto di un portapenne o in un portacandela, è il risultato del rapporto tra oggetto e destinazione, tra la sua forma e la sua “natura”. Si riconoscono così diverse provenienze messe in simbiosi in un unico racconto che differenzia un prodotto di design da uno della grande distribuzione.
Nell’immagine: portacandela W – Face, manifattura Ercole Moretti, design Tomoko Mizu
Questa filosofia dona un’anima al design stesso in un continuo riciclo stilistico che non ha nessuna valenza negativa nel termine, ma sottolinea come un’idea brillante non conosca l’usura del tempo. L’esempio è la ripresa di forme semplicissime nella loro concezione che, trasportate nella produzione moderna, trovano una nuova collocazione mantenendo la medesima e ineccepibile funzionalità per la quale furono inventate secoli fa – handsondesign.it
Nell’immagine: tavolino contenitore Shushu, manifattura Hiroaki Usui, design Tsukasa Goto
Nell’immagine di apertura: lampada Chocin, manifattura Takeo Shimizu, design Shiina+Nardi Design
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