Sguardo serio, poche parole (infatti abbiamo comunicato prevalentemente per email) Cristina Celestino, classe 1980, preferisce che a parlare siano le sue creazioni, come è successo durante il Fuorisalone. Un incontro casuale, parlando di alto artigianato con BottegaNove, azienda specializzata nella produzione di mosaico di ceramica e di porcellana dove Cristina è art director. Ed è così che mi sono imbattuta in lei e nei suoi progetti.
CHI E’
Nasce a Pordenone e, dopo aver concluso il percorso universitario alla facoltà di Architettura IUAV di Venezia, inizia a collaborare con studi di progettazione e dedica la sua attenzione all’architettura d’interni e al design. Nel 2009 si trasferisce a Milano dove fonda il suo brand di design Attico con una produzione di lampade e arredi caratterizzati dalla ricerca meticolosa sui materiali e sulle forme. Nel 2012 viene selezionata per partecipare al Salone Satellite e, grazie al progetto Atomizer, prodotto da Seletti, entra a far parte della collezione permanente del design italiano della Triennale di Milano. Ad oggi Cristina collabora, come designer, con molti brand noti nel mondo dell’arredo come Atipico, Flexform e Seletti, giusto per citarne alcuni.
LE SUE CREAZIONI
Sipario Cabinet per Durame – La collezione omaggia due importanti eccellenze italiane protagoniste delle architetture sceniche dei teatri: l’ebanisteria e la passamaneria. Come i grandi palchi del mondo sono stati impreziositi dai sipari tessuti dai telai italiani, così Sipario mette in scena mobili contenitori. Il prodotto Cabinet fa dialogare due volumi e due materiali diversi: uno superiore come una scatola scenica interamente in legno, sfaccettato negli angoli e molto rigoroso, e una base leggera e colorata in frange passamaneria.
Il risultato è un gioco che nasce dalla contrapposizione tra ciò che percepiamo come leggero e pesante, e come opaco e setoso. Le frange che ricoprono la base si possono scostare con un semplice gesto. Qui si nasconde un contenitore. La parte superiore è in legno di rovere o noce canaletto, molato come il taglio di un diamante. Le ante a push permettono l’accesso ad un vano contenitivo impreziosito da un fondale con specchio ed attrezzato con una mensola in vetro. Sipario rappresenta la messa in scena progettuale dell’atmosfera che si respira calcando il palcoscenico dei teatri storici e, infatti, l’ispirazione nasce da uno studio del teatro all’italiana.
Collezione Opalina (foto sopra e sotto) per Tonelli design – Il progetto rappresenta non solo una ricerca formale ed estetica ma anche culturale. Fino al diciannovesimo secolo l’aggettivo femminile opalina definiva un colore lattiginoso o rosato. Successivamente nel mondo degli antiquari assunse un’accezione più precisa riferendosi sia al colore che al materiale di un manufatto, il cristallo di opale.
Nel corso dei secoli l’uso del vetro opalino si è fatto più sofisticato in termini di variazioni cromatiche, anche se i colori di maggior successo erano, oltre al bianco, i toni pastello del rosa, azzurro e verde molto popolari ad inizio Novecento. Con questa collezione la definizione “opalina” passa da soprammobili ed oggettistica a un formato superiore, quello dell’arredo, in questo caso in vetro. Per la realizzazione di Opalina sono state utilizzate lastre di vetro a forte spessore acidato e verniciato, che conferiscono ai prodotti un aspetto traslucido e setoso. La collezione è composta da una toeletta, uno scrittoio, uno specchio, un attaccapanni e uno sgabello. I prodotti sono caratterizzati da un susseguirsi di incastri, di solidi e di volumi smussati, vetri dai colori tenui e opachi.
Madama, lampade a sospensione per Mogg. La collezione è ispirata alla sottogonna rigida molto in voga nel XIX secolo. La struttura aveva lo scopo di rendere gonfi e voluminosi gli abiti modellando le forme per valorizzare i tessuti. Seguendo lo stesso principio, tutti i modelli di lampade a sospensione sono caratterizzati da un volume in acciaio tornito e da rocchetti in legno, utilizzati con lo scopo di dare corpo al rivestimento che si ottiene attraverso l’impiego di passamanerie, frange tripolini e decori realizzati da telai d’epoca ottocentesca ancora in funzione. La collezione vuole dare prova di cosa significhi progetto attuale, con radici solide ma senza un obbligato rimando al passato, procedendo attraverso silhouette borghesi, dosate nei colori, che mescolano sontuoso e presente per creare nuovi scenari illuminotecnici.
Ed ecco Cristina Celestino – designattico.com