di Laura Tasso.
Dopo vent’anni di silenzio torna a Milano la Triennale, l’Esposizione internazionale che tanto lustro aveva dato alla città nelle edizioni passate.
Il titolo 21st Century – Design after Design è un invito a riflettere non tanto sul futuro, quanto sull’evoluzione del design “after”, preposizione che può essere intesa come “dopo”, ovvero dopo il Novecento, nel nuovo millennio, oppure come “nonostante”, ovvero nonostante il retaggio del Novecento.
Diversamente dalle precedenti, questa Triennale coinvolgerà luoghi diversi della città, dalla storica sede all’Hangar Bicocca, dal nuovo MUDEC ai campus del Politecnico, dal Museo della Scienza al palazzo della Permanente, dall’area Expo fino alla villa Reale di Monza. Ci saranno mostre, eventi e convegni in un’ideale prosecuzione dell’anno di Expo.
Il comitato scientifico della XX1T curerà ben undici mostre, mentre altre nove saranno allestite in collaborazione con musei, enti, istituzioni e aziende. In pratica una Triennale a tutto campo che affronterà i rapporti del design con temi di estrema attualità. Le mostre sono ancora in allestimento, e ne parleremo più diffusamente a tempo debito.
Qui qualche anticipazione su quelle che ci sono sembrate di maggiore interesse rispetto agli argomenti che trattiamo abitualmente.
Triennale Design Museum – W – Women in Italian Design, a cura di Silvia Annichiarico, con allestimento di Margherita Palli, affronta la questione del genere. Vuole infatti tracciare una storia del design al femminile ricostruendo la carriera delle donne che, nel Novecento, si sono via via affermate in questo campo dopo i primi, timidi passi, come un fiume che, dalla sorgente, si allarga a poco a poco attraversando il secolo.
Triennale – Neo Preistoria – 100 Verbi, a cura di Andrea Branzi e Kenya Hara, ricostruisce il cammino dagli utensili della preistoria alle moderne tecnologie. Ciascun utensile, che è un oggetto di desiderio, viene abbinato a un verbo che esprime tale desiderio. In questo modo si può ricostruire il percorso dei desideri umani nella storia e riflettere sulla possibile evoluzione dell’umanità.
MUDEC – Sempering, a cura di Luisa Collina e Cino Zucchi, prende spunto dalla classificazione dell’architetto tedesco Gottfried Semper (1803-1879), che aveva elencato i quattro elementi fondamentali delle architetture di ogni tempo (focolare, copertura, basamento e recinzione), dai quali si sviluppano tutti gli altri. Partendo da questi presupposti, la mostra si interroga su quale classificazione avrebbe attribuito Semper ai manufatti odierni, e amplia le categorie di Semper alle tecniche che compongono le architetture e il design odierno.
XX1T Esposizione Internazionale della Triennale di Milano – Design After Design – 2 aprile-12 settembre 2016
immagine sopra, “Fibula di Pizzoli” (polo museale dell’Abruzzo – foto di Mauro Vitale, soprintendenza archeologica Abruzzo)