Ultimo incontro e ultima intervista prima dell’inizio di SOURCE SELF-MADE DESIGN e, vi assicuro, la più sudata perchè non è facile intercettare Valia Barriello che, tra l’altro ho già avuto il piacere di incontrare, in occasione di Melina la sua divertente creazione, una tovaglietta per la prima colazione che, opportunamente piegata, si trasforma in bambola.
Finalmente ce l’abbiamo fatta, raccontaci chi è Valia Bariello e cosa fa nella vita.
Mi sono laureata in Architettura nel 2005 presso il Politecnico di Milano e ho iniziato subito a collaborare con diversi studi milanesi. Dopo qualche anno ho deciso di specializzarmi in design, e ho intrapreso così un dottorato in Design presso la Facoltà di Architettura di Genova. Durante gli anni di specializzazione non ho mai abbandonato l’attività professionale di architetto, anzi l’ho arricchita e diversificata.
Sono nate collaborazioni con le università, ho affiancato per due anni il designer Paolo Ulian per una docenza di Light design in NABA; con i musei, ho curato nel 2013 “Recupero. Artwo fuori e dentro le mura” una mostra per la Triennale di Milano che ha visto il coinvolgimento di designer e detenuti del carcere di Rebibbia; e con le riviste, ho scritto per diverse testate di settore e ho curato la rubrica di design per Artribune dalla sua fondazione fino a marzo scorso. Agli allestimenti, gli articoli e le curatèle si sono aggiunti con naturalezza anche gli oggetti autoprodotti e nel 2014 ho lanciato la mia prima autoproduzione a tutto tondo, Melina.
Cosa c’entra Valia con Source?
Ho conosciuto Source Self-Made Design nel 2014, quando sono stata selezionata dal curatore Roberto Rubini per esporre alla manifestazione come progettista. Ho presentato Melina, tovaglietta per bambini che può essere utilizzata anche come gioco.
Durante la manifestazione ho avuto l’occasione di partecipare ad alcuni talk e conoscere meglio lo staff che mi ha ricontattata l’anno successivo (il corrente) per fare parte dell’organizzazione e della selezione dei nuovi partecipanti.
Perchè, secondo te, Source ha una marcia in più rispetto ad altre manifestazioni di design autoprodotto?
Il valore aggiunto di Source, rispetto alle altre manifestazioni italiane di design, è dato dalla gratuità di adesione per il designer, che non si trova così ad avere ulteriori spese se non quelle di realizzazione del suo prodotto e dall’aspetto didattico.
Durante i dieci giorni di kermesse Source offre ai partecipanti, ma anche a chiunque si voglia iscrivere, la possibilità di partecipare a workshop e convegni dedicati proprio alle tematiche dell’autoproduzione.
Il designer che espone si trova nella condizione di non voler semplicemente “partecipare” ad una mostra, ma di vivere un’esperienza di scambio e condivisione progettuale da cui nascono spesso solide collaborazioni.
Secondo te, in Italia, autoprodursi è possibile? Quali sono i maggiori ostacoli che i designer incontrano durante il loro processo produttivo?
Autoprodursi in Italia è possibile ma difficile. L’Italia è un terreno molto fertile dal punto di vista artigianale, ed esistono ancora tante maestranze artigiane a cui rivolgersi per realizzare i propri progetti e da cui imparare tecniche di lavorazione. Le principali difficoltà sono legate all’aspetto economico e commerciale. I costi dell’autoproduzione gravano sul progettista che, nella maggior parte dei casi si autofinanzia. Non va sottovalutato anche l’aspetto distributivo e di vendita del prodotto in cui il designer deve crearsi una rete di contatti e diventare imprenditore di sè stesso.
In cosa peccano invece (sempre che lo facciano) i designer?
Poca modestia? Forse un po’ di presenzialismo. Per autopromuoversi i designer utilizzano soprattutto i social network ed è un peccato quando appare più spesso il progettista rispetto al prodotto.
Melina è stata la tua prima creazione poi seguita da Pallino, quale sarà il prossimo passo?
A dire il vero Melina non è stata la prima autoproduzione ma forse il primo progetto più articolato in cui dalla ideazione e realizzazione sono arrivata sino alla distribuzione e alla vendita. Dopo sei, sette mesi dal lancio di Melina, in occasione di Source 2014, la collezione si è ampliata ed è nato anche Pallino, personaggio maschile della serie.
Il prodotto si presta per numerose varianti sul tema e non escludo, in futuro, di poter arricchire ancora la gamma anche se al momento sto lavorando su un oggetto in legno.
Alcuni dei progetti realizzati da Valia.
Punti di luce, lampade in terracotta.
Vasi Boa
Melina e Pallino, tovagliette in tessuto per la prima colazione che si trasformano in bambole.
Alla mano, vasi in terracotta. E sotto, naturalmente Valia Barriello.