di Marta Santacatterina.
Si chiama Cristina Daminato, ha una laurea magistrale in Architettura conseguita all’Università degli Studi La Sapienza e ha imparato a progettare e a creare oggetti di design industriale lavorando presso lo Studio Castiglia e Associati di Terni.
Dopo un paio d’anni di esperienza sul campo ha deciso di intraprendere un’attività propria e a fine 2016 ha fondato la start up Mud is Mood, lanciando la collezione Intersezioni, una serie di oggetti semplici che possono assumere varie funzioni a seconda delle esigenze e realizzati applicando le nuove tecnologie a un’idea artigianale. Per la prima volta Cristina parteciperà al Fuorisalone 2018 a Milano nel gruppo di designer autoprodotti selezionati da Source, e in vista dell’evento, l’abbiamo intervistata per voi.
Come hai conosciuto la piattaforma Source e qual è stato l’iter con cui sei stata selezionata per l’evento Lovely Waste, e in particolare per la sezione “Per lo sviluppo locale”?
Ho scoperto Source tramite una banale ricerca online e fin dal primo sguardo la piattaforma mi è piaciuta molto. Ho quindi inviato la presentazione del mio sito con la descrizione della start up Mud is Mood e i materiali sulla collezione Intersezioni.
Da lì è iniziato il percorso con Roberto Rubini che ha abbracciato con convinzione il mio stile, mi ha invitata a partecipare alla Milano Design Week e infine la mia candidatura, tra le tante pervenute, è stata selezionata: ne sono orgogliosa, ho raggiunto un obiettivo prestigioso. In particolare di Source mi è piaciuto lo stile e le possibilità che offre di entrare in contatto diretto con città molto orientate verso il nuovo concetto di design autoprodotto.
Quali sono le tue aspettative per l’edizione Lovely Waste?
Source è il mio primo punto di arrivo e allo stesso tempo il nuovo punto di partenza; è il mio esordio alla Milano Design Week e mi entusiasma tanto. Mi interessa soprattutto essere presente all’Isola District, che credo essere un ambiente pieno di fermento innovativo, dove l’attenzione si concentra sulla sostenibilità e sulle nuove tecnologie.
Quello che spero è di riuscire a instaurare una rete di contatti; nel mio territorio, l’Umbria, ne ho già creata una – ho infatti incontrato realtà molto diverse dalla mia, come artigiani, artisti, organizzatori di eventi e grazie a loro ho scoperto un mondo nuovo e innescato sinergie – ma ora voglio ampliarla.
Il progetto di Source 2018 porta il titolo “Lovely Waste”: il design – quando si sposa con l’attenzione per la sostenibilità e per il riuso dei “rifiuti” – può salvare il mondo?
È una tematica complessa… di sicuro i progetti di design possono rappresentare dei piccoli passi per innescare nuove dinamiche. Il design è una nuova chiave di lettura, una scintilla che innesca nelle persone l’idea che le cose si possono cambiare, che dalle piccole idee possano nascere grandi innovazioni.
Per me, del resto, sostenibilità non è solo utilizzo di materiali di riciclo, ma considero fondamentale concentrarsi sulla sostenibilità del ciclo produttivo: la intendo quindi nell’ottica dell’economia a basso impatto, del km 0, delle sinergie tra i vari interlocutori. In sostanza, del tornare verso l’artigianato ma con uno sguardo nuovo.
Qual è il maggior ostacolo che incontra un designer autoprodotto lavorando in Italia?
In Italia gli ostacoli maggiori sono di ordine finanziario e burocratico: io sono partita solo con le mie risorse, ed è estremamente difficile trovare finanziamenti ad hoc.
Penso tuttavia che dietro l’autoproduzione ci siano numerosi punti di forza: lavorando nel settore ci si rende conto che intorno c’è un grande fermento di giovani e meno giovani che si stanno reinventando per creare qualcosa di bello e di nuovo dalle proprie mani.
Quali sono le caratteristiche principali della tua collezione Intersezioni?
Ho voluto mescolare innovazione e tradizione. Per questo progetto ho eseguito il modello in 3D e ho quindi impiegato la stampante 3D per la fase di prototipazione: ciò mi ha permesso di ottenere un risultato dettagliato ed esatto da usare anche con i materiali tradizionali. Tramite la precisione della tecnologia ho modellato delle forme molto semplici che però, incastrate tra di loro, hanno la capacità di diventare complesse.
Ho inoltre scelto di realizzare gli oggetti in gres porcellanato, un materiale innovativo perché ha una durata quasi eterna ed è pertanto sostenibile. Il cuore della collezione è un candelabro componibile, personalizzabile e disassemblabile e che in qualsiasi momento può essere trasformato in un altro oggetto – giocando anche con le forme e i colori – come un vaso portafiori, un portapenne, un elemento di arredo.
La collezione Intersezioni può essere acquistata sullo shop: www.etsy.com/it/shop/MudisMood. I porta candela componibili costano dai € 28 ai € 68.
Lovely Waste – Isola Design District
dove: ZonaK, via Spalato 11 – Milano
quando: 17 – 22 aprile 2018
sourcefirenze.it
isoladesigndistrict.com
Sotto un ritratto di Cristina Daminato